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POLITICA E BUONA TAVOLA

“Carlo & Carlo” e l’amore per l’Italia nell’abbraccio del Re al patron di Slow Food Carlin Petrini

A Ravenna tra il “cibo buono, pulito e giusto”, Bottura, Parmigiano e il Sangiovese di Cracco. E il Presidente Mattarella sarà a Terra Madre nel 2026

“Poiché l’uomo è ragionevole deve bere; stato divino dell’esistenza è l’ebbrezza, nella gloria, nell’uva, nell’amore e nell’oro affonda la speranza di uomini e nazioni”. Mai, forse, parole come quelle del grande poeta inglese Lord Byron furono più azzeccate per raccontare il senso dell’abbraccio affettuoso, da amici di vecchia data e “infrangendo” ogni etichetta, tra il Re Carlo III d’Inghilterra e il fondatore Slow Food Carlin Petrini, nell’ultima tappa del Viaggio di Stato in Italia di Carlo e Camilla, per festeggiare 20 anni di matrimonio e rinsaldare il legame tra i nostri Paesi. Un segno di stima reciproca e profonda, certo (da quando, nel lontano 2004, sapendo della sua sensibilità per l’agricoltura e il mondo contadino, il gastronomo invitò il Principe del Galles al Salone del Gusto a Torino, ndr), ma che simbolicamente diventa una testimonianza concreta del sostegno che i Reali inglesi dedicano da sempre alla filosofia dello “slow food” con la quale il grande movimento mondiale ha promosso “il diritto al piacere e a un cibo buono, pulito e giusto per tutte e tutti, come parte della ricerca della prosperità e della felicità per l’umanità attuale e futura e per l’intera rete del vivente”, e di cui il Sovrano inglese è il promotore in Gran Bretagna e nei Paesi del Commonwealth. Così come, allargando le braccia al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, agli artigiani del cibo dei Presìdi Slow Food, alle sfogline del Tortellante che hanno insegnato alla Regina Camilla a tirare la sfoglia ed a fare i tortellini con lo chef tre Stelle Michelin dell’Osteria Francescana di Modena Massimo Bottura, alla forma di Parmigiano Reggiano aperta e abbinata al whisky scozzese in onore dei Reali ai quali il presidente del Consorzio Nicola Bertinelli ha regalato il tradizionale “coltellino d’oro” per scagliare il formaggio, a Massimo Spigaroli, il “re” del Culatello di Zibello, e ai produttori di quello che, invece, è il “re” dei vini di Romagna, il Sangiovese, con il Vistamare Colle Giove 2022 dello chef-vigneron Carlo Cracco versato nei calici (e donato una cassa alle Loro Maestà), in abbinamento alla “Sfoglia di grani antichi, ricotta, pepe e prosciutto di Agnello Gallese Igp”, per l’ultimo brindisi, quel gesto, dicevamo, è diventato un abbraccio a tutto il Belpaese, alla sua storia, alla sua cultura e alla sua buona tavola, amatissimi da sempre dagli inglesi in ogni epoca.
“La promessa di Highgrove è stata mantenuta - scrive oggi Carlo Petrini (in un articolo a sua firma sul quotidiano “La Stampa”), ricordando la cena di Re Carlo nella Tenuta di Highgrove per celebrare i rapporti tra Italia e Regno Unito, ed in particolare lo Slow Food e la Slow Fashion, lo scorso febbraio - nel viaggio di tre giorni che ha visto Re Carlo e la Regina Camilla tornare in Italia per festeggiare i vent’anni di matrimonio, l’abbraccio non soltanto simbolico con i produttori ravennati è il segno tangibile di un’amicizia e di una visione comune che continua, ostinata, contro ogni forma di negazione della crisi climatica. Per questo, appena l’ho visto, gli ho subito fatto i complimenti per il suo discorso in Parlamento. Le sue sono parole importanti, soprattutto in questi giorni difficili che stanno sconvolgendo il mondo, per bocca di chi ha intuito l’urgenza del cambiamento quando ancora l’ambiente veniva considerato un tema marginale”. Ma Petrini annuncia anche che le sue “esperienze fondamentali di biodiversità diventeranno un libro che raccoglie 500 prodotti del Regno Unito da difendere sotto il nome dell’Arca del Gusto” e che il Presidente Mattarella ha garantito la sua presenza a Terra Madre Salone del Gusto 2026 a Torino.
Carlo III, “Re agricoltore” (come WineNews lo ha ribattezzato all’indomani della sua incoronazione, raccontando i suoi legami, e quelli della famiglia reale inglese, con l’Italia) è da sempre attento ai temi dell’agricoltura: non solo come produttore di cibi biologici, allevatore e produttore di vini nella sua Tenuta di Highgrove, nel Gloucestershire, in cui produce una linea di prodotti, la Duchy Organic - tra frutta, salumi, uova e marmellate - che vengono venduti nei supermercati Waitrose in tutta la Gran Bretagna. Ma Carlo è anche un sostenitore degli agricoltori inglesi, per esempio con il “The Prince’s Countryside Fund”, lanciato nel 2010, in veste di Principe del Galles, per supportare le famiglie agricole del Regno Unito.
Dalla cena a Villa Wolkonsky a Roma, residenza dell’Ambasciatore britannico, Edward Llewellynm (che in questa occasione è stata la residenza dei Reali d’Inghilterra), con i vini del Lazio, tra Roma Doc e Frascati, alla coppetta di gelato all’Antica Gelateria Giolitti a due passi da Montecitorio, prima dello storico discorso del Re d’Inghilterra al Parlamento italiano, nel quale ha parlato anche della biodiversità e della cucina italiana che rendono unico il nostro Paese; dal brindisi al Quirinale nel quale il Presidente Mattarella ha ricordato il primo banchetto con la Regina Elisabetta, lo stesso Lord Byron e il suo amore per l’Italia, ma anche la preservazione dell’ecosistema della Tenuta Presidenziale di Castelporziano ispirata agli Highgrove Gardens, prima di brindare con grandi vini italiani, in un ideale viaggio da Nord a Sud, e in abbinamento ad un menu incentrato su semplicità e materie prime locali, fino a Ravenna, dove, dopo la visita alla tomba di Dante, simbolo universale della cultura e dell’identità italiane, e al Museo dedicato a Byron che visse nella città per amore, e dopo aver incontrato gli agricoltori colpiti dalle alluvioni, i Reali inglesi sono stati accolti dall’ospitalità tipicamente romagnola, in Piazza del Popolo, nel Festival enogastronomico dell’Emilia Romagna e dello Slow Food italiano ed inglese, sono state le tappe che hanno scandito la Visita di Stato di Re Carlo e della Regina Camilla in Italia, in un viaggio che in qualche modo è stato anche enogastronomico, e che ha visto il buon cibo e il vino italiani grandi protagonisti, nel rinsaldare il legame tra due grandi culture, come quella inglese e quella italiana.

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