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SALONE DEL GUSTO - IL PRINCIPE GOURMET ... ECCO COSA MANGIA CARLO D’INGHILTERRA

Dell'erede al trono britannico gli italiani conoscono soprattutto l'amore per l' arte, ma il principe Carlo del Galles adora in realtà anche la buona cucina, i cibi biologici e le carni bovine di razze rare. Lo sapeva da tempo il vulcanico fondatore di Slow Food Carlo Petrini, che lo ha invitato e accolto al Salone del Gusto, una delle tappe di una tre giorni enogastronomica e ambientale che si è snodata fra Torino e Pollenzo, sede della nuova Università di Scienze Gastronomiche. Al Lingotto Carlo è giunto venerdi scorso accompagnato soltanto dal console generale britannico a Milano Richard Northern, e protetto da un protocollo rigidissimo e da ingenti misure di sicurezza. A bordo di una Lancia Thesis blu blindata è arrivato fino sul tetto dell'ex fabbrica Fiat percorrendo la vecchia pista realizzata per la prova delle auto.
Immediatamente il principe si è tuffato nel mondo dei sapori all' interno del ristorante La Pista, ardita costruzione che svetta sul grande parallelepipedo del Lingotto. Rigidamente britannico il menù del ricevimento, che includeva specialità come le ostriche del Colchester, i gamberetti grigi della Baia di Morecarub, le aringhe delle Orkney, le salsicce di carni di razze rare, il salame di montone Herdwick, il pudding con filetto di manzo delle Highlands. Specialità preparate dallo chef Tony O'Rilly con Massimo Guzzone, uno dei cuochi di Giovanni Agnelli. La tappa successiva è stata la partecipazione a uno dei Laboratori del Salone del Gusto, dedicato alle “Carni di Razza del Regno Unito”.
Qui il principe ha degustato carni crude e cotte, seduto in prima fila in una sorta di aula scolastica insieme a circa trenta altri disciplinati scolari. La carne è una passione del principe, che oltre ad essere agricoltore con l'azienda Duchy Originals (i cui ricavati vanno in beneficenza), é anche allevatore e presidente del “Rare breeds survival trust”, che tutela le preziose razze rare britanniche.
Per la notte il principe Carlo ha raggiunto la foresteria dell'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, dove gli é stata riservata una suite di 42 metri quadrati. Il giorno dopo è tornato di nuovo al Salone del Gusto, dove con interesse, competenza e anche un' insospettata ghiottoneria l' erede al trono britannico si è poi fermato a decine e decine di stand, ha degustato l' uno dopo l'altro bacon e marmellata d'arance, formaggio e olio d'oliva, carne affumicata, capperi e dolci. Il tutto innaffiato a più riprese con bevande varie, dalla rara birra Summer Ligthing del Sud-Ovest britannico, al prezioso rosolio fatto con il Mandarino tardivo di Ciaculli, presidio siciliano di Slow Food.
Il principe del Galles si è fermato ovunque a chiedere informazioni, fare commenti, complimentare i prodotti. In alcuni casi, soprattutto nell’area degli stand britannici, Carlo ha riconosciuto aziende fornitrici della reale casa. I giornalisti hanno così scoperto che consuma bacon Duchy Originals e che beve whisky Leaphrgaig 15 anni. Più volte ha incaricato il suo giovane chef personale, che lo ha seguito nel tour, di tornare indietro ad accordarsi per futuri acquisti. E' questo l'esempio del “black bacon” irlandese dell' azienda O' Doherty's, di cui ha apprezzato il sapore, assaggiandolo crudo. Tenuto a distanza dal pubblico da un servizio di sicurezza imponente, Carlo ha ignorato i ripetuti richiami dell' inviato delle Iene Enrico Lucci, abbigliato con un improbabile manto reale e con tanto di corona di plastica dorata in testa. Fra i prodotti italiani, il principe del Galles ha mostrato interesse per il Cappero di Salina prodotto a Pollara: i capperi, ha spiegato, gli piacciono soprattutto in una ricetta di montone, specialità dello chef della casa reale. Ha auspicato di poter avere a Londra il melone d' inverno Porceddu d'Alcamo, altro presidio siciliano di Slow Food. Ha degustato l'olio d'oliva pugliese aromatizzato con i limoni del Gargano, rivelando agli espositori "adoro l'olio, io vivo di olio". L'intensa due ore enogastronomica del principe si è conclusa con un assaggio del formaggio Valcasotto, realizzato in quantità limitatissime dal piemontese Beppino Occelli.
"E' il formaggio del re" gli ha detto il produttore, alludendo al fatto che nell'area degli alpeggi sorge una casina di caccia di Vittorio Emanuele II. E il principe, forse anche in segno di buon auspicio, non si è sottratto a questo ultimo, e ancora una volta gradito assaggio. Poi Carlo ha parlato ai cinquemila agricoltori di tutto il mondo riuniti al Palazzo del Lavoro per l’evento Terra Madre.
Nel pomeriggio, nella Pinacoteca Agnelli, il vicepresidente Fiat John Elkann lo ha condotto tra i tesori artistici lasciati dalla sua famiglia in dono alla città di Torino. Sabato sera cena nel Castello di Verduno, di nuovo in compagnia di Ghigo, Petrini e trenta invitati selezionati: qui Carlo ha assaggiato pollo alla cacciatora, peperoni alla bagna caoda e bonet. Piatti semplici ma superlativi, accompagnati da grandi etichette di Barolo e Barbaresco.
Il principe Carlo ha concluso domenica il suo viaggio in Piemonte con una visita all'Università di Scienze Gastronomiche e una passeggiata tra i filari di una vigna della Langhe, a Diano d' Alba. L'erede al trono del Regno Unito, inavvicinabile per i giornalisti e protetto da un severissimo servizio d' ordine, era accompagnato da Carlo Petrini e dal presidente della Regione Piemonte Enzo Ghigo. Il principe Carlo si è intrattenuto con alcuni studenti, nella sala della biblioteca dell'ateneo (privato ma riconosciuto dal Ministero di Istruzione, Università e Ricerca), inaugurato proprio quest' anno, chiedendo con curiosità le motivazioni della scelta e i progetti futuri dei ragazzi. Poi si è informato sull' architettura della biblioteca, realizzata su ordine di Carlo Alberto da artigiani della Lomellina e restaurata nell' ambito dei lavori che hanno fatto nascere il complesso dell' Agenzia di Pollenzo. Il principe Carlo si è affacciato a una finestra della biblioteca, ammirando i cortili, la piazza, la torre e la chiesa che fanno parte del nucleo di Pollenzo, dichiarato dall' Unesco patrimonio dell' Umanità.
L' ultima tappa in Piemonte prima della partenza per il Regno Unito è stata, per Carlo d' Inghilterra, la visita all' azienda Bricco Maiolica vicino ad Alba. Scelta non casuale, poiché l' azienda produce vini secondo i dettami della viticoltura biologica, cara a Sua Altezza, senza usare né anticrittogamici di sintesi né antimuffe. Carlo d'Inghilterra ha chiesto ai titolari dell' azienda, Angelo e Beppe Accomo, i “segreti” della buona coltivazione per esportarli nel Regno Unito. Un brindisi in cantina ha concluso poi la visita italiana del principe, che ha fatto ritorno in Inghilterra, non senza essersi associato prima a Slow Food.
“L'erede al trono britannico - ha riferito Petrini - ha detto di sentirsi in totale sintonia con la nostra associazione: intende in futuro sviluppare le iniziative di Slow Food soprattutto nelle comunità rurali del Galles".

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