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Carte dei vini digitali, contatto quotidiano con gli appassionati, la reinterpretazione del rapporto tra vino italiano e cucina, un modo diverso di comunicare il vino: ecco le sfide del mondo del vino lanciate ai giovani di “H-ack wine” 2015

Un’idea “2.0” per costruire un rapporto costante con gli appassionati che entrano in contatto con il vini del gruppo in uno dei tanti eventi di cui è partner per Ettore Nicoletto, ad della griffe Santa Margherita; la rottura degli schemi tradizione della comunicazione del vino, per Francesco Zonin, vice presidente di Zonin1821, il più importante gruppo privato del vino italiano; una carta dei vini digitale, con dei plus di valore sia per i ristoratori che per gli appassionati di vino e life style italiano, per Stefano Tommasi by Tommasi Family Estates, nome storico della Valpolicella; uno strumento che metta in relazione i vini aziendali con le cucine del mondo per Fabrizio Zanetti, alla guida di Col Sandago - Casa Bianca, divisione enoica radicata nel territorio del Prosecco Docg di Conegliano e Valdobbiadene del gruppo Hausbrandt della famiglia Zanetti. Ecco le sfide lanciate ai protagonisti di “H-Ack Wine”, il secondo “hackathon”, dedicato al mondo del vino, con la regia di Vinitaly International, di scena, oggi e domani, nell’incubatore di start-up “H-farm Ventures” a Roncade (Treviso).
Sfide diverse, a cui cercheranno di rispondere i giovani sviluppatori, web designer e comunicatori chiamati a “svecchiare” ed innovare il modo di comunicare il vino, con le idee migliori che saranno selezionate domani. “Stiamo cercando di facilitare un dialogo tra giovani che non hanno niente a che fare con il mondo del vino e cantine, perché trovino loro un modo per aiutare le aziende a riconquistare la loro generazione, è questa la chiave di lettura”, spiega, a www.winenews.tv, Stevie Kim, managing director Vinitaly International.
“Sta diventando sempre più importante per le aziende del vino - ha commentato Ettore Nicoletto, ad della griffe Santa Margherita - sviluppare nuovi strumenti di comunicazione, e la digitalizzazione passa anche dalla partecipazione a momenti come questi, la sfida è catturare il consumatore, capire quali sono i suoi interessi, e cosa cerca nel vino, per offrirgli soluzione taylor made”.
“A noi piacciono le sfide, nel 2015 è il tempo di ripensare il modo in cui il nostro vino si comunica, sia in Italia che all’estero. H-Farm è un posto di partenza ideale, sia per la mentalità che c’è che per l’età media, sono i giovani che possono aiutarci - ha detto Francesco Zonin, vice presidente di Zonin1821, il più importante gruppo privato del vino italiano - a riportare il vino italiano sulle tavole di tutti i giorni. Serve un modello di comunicazione che ridefinisca le regole, e valorizzi davvero tutto il patrimonio di storie e contenti che il vino italiano ha”.
“Vogliamo provare a capire cosa possono regalarci questi gruppi di lavoro - ha aggiunto Stefano Tommasi della Tommasi Family Estates - per esempio per creare una carta vini digitale che possa essere di supporto al ristoratore ma anche al consumatore finale, speriamo di ottenere risposte”.
“Abbiamo lanciato una sfida sulla cucina, su come interpretare oggi il vino e le cucine del mondo - precisa Fabrizio Zanetti alla guida di Col Sandago-Casa Bianca, divisione enoica radicata nel territorio del Prosecco Docg di Conegliano e Valdobbiadene del gruppo Hausbrandt - e su come ingaggiare il consumatore, perché ci segua tutti i giorni sul web. Che è un mondo importantissimo, fondamentale, il sito istituzionale o i semplici profili sui social non bastano più, per essere protagonisti si deve puntare anche sull’e-commerce”.
“Il vino ci piace, e questo è importante - dice Riccardo Donadon, fondatore di H-Farm - per continuare ad investire e confrontarsi su questo argomento. Il vino è una storia bellissima che racconta l’Italia nel mondo, e in senso questo il digitale può dare un grande contributo, per questo siamo entusiasti di fare questa seconda edizione, e continueremo anche il prossimo anno”.
Certo, la concomitanza del weekend di Carnevale, di San Valentino e la vicinanza delle sessioni di esame all’Università non ha aiutato le presenze, un po’ in calo sull’edizione 2014. Ma l’entusiasmo e la voglia di guardare al futuro sono ai massimi livelli. Anche con la speranza di essere gli inventori della nuova “Drinkout” (www.drinkout.us), app creata da uno dei team che hanno partecipato ad H-Ack Wine 2014, e selezionata da Vinitaly International, che dopo essere stata “accelerata” da H-Farm, debutta in questi giorni su app-store. O magari, di “sbancare” il mercato con uno strumento che insegni le parole del vino italiano ai cinesi, protagonisti di un mercato enorme, che fa gola a tutti i produttori d’Italia e del mondo, ma che “zoppicano” quando si tratta di “parlare” del Bacco del Belpaese, come racconta video

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