Tra i progetti che negli anni hanno saputo legare cultura e vino, quello della “Vigna di Leonardo” nella Casa degli Atellani a Milano, dove è stato riprodotto anche il “Vino del Genio”, grazie da un lavoro di ricerca storica e scientifica condotta dalla Facoltà di Scienze Agrarie di Milano, in collaborazione con il professor Attilio Scienza, che ha scoperto e identificato il Dna originario della vite, rendendone possibile il reimpianto.
Il vino, infatti, nasce grazie al ritrovamento e al recupero dei camminamenti dei filari originali della Vigna di Leonardo, nascosta nel cuore di Casa degli Atellani, che Ludovico il Moro, Duca di Milano, regalò a Leonardo per ringraziarlo dell’Ultima Cena dipinta nel refettorio di Santa Maria delle Grazie. Dalle analisi condotte sui campioni ritrovati negli scavi è stato possibile ricostruire il profilo genetico completo del vitigno (Malvasia di Candia aromatica) e nel 2015 ripiantarlo. Ebbene, ora questo piccolo gioiello eno-culturale (dal quale per beneficienza è già stato prodotto vino), insieme alla dimora di altissimo pregio, visitabile dai turisti e che comprende anche appartamenti da affittare, sarebbe passata nelle mani dell’imprenditore francese Bernard Arnault, cofondatore, presidente e amministratore delegato del gruppo del lusso Lvmh (che già controlla brand come Veuve Clicquot, Dom Pérignon, Ruinart, Krug e Moët & Chandon, Chateau d’Yquem, Cheval Blanc e non solo), secondo quanto riportato dal quotidiano “Corriere della Sera”.
La Casa degli Atellani è uno degli edifici più famosi di Milano, sottolinea il “Corriere della Sera”, location di eventi di tante griffe della moda, da Dior (che è sempre parte di Lvmh) e Dolce & Gabbana, ed è già passata di mano, più volte, dai discendenti dell’imprenditore e senatore Ettore Conti (1871-1972) e di Portaluppi (1888-1967), ad oggi, che, dunque finisce sotto l’egida del gruppo Lvmh di Bernard Arnault, uomo più ricco del mondo (Forbes lo conferma) con i suoi 169,8 miliardi di euro di patrimonio.
Ovviamente riservati i contorni economici della trattativa, così come tutto da capire quale sarà la destinazione futuro della struttura, e della “Vigna di Leonardo”.
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