“Il bilancio appena approvato riflette la nostra capacità di generare un buon reddito anche in una situazione difficile. Oggi, tuttavia, la sfida si sposta sul futuro: il calo generalizzato dei consumi sta causando pressioni significative sui margini nel breve periodo. Di fronte alle avversità, la nostra risposta deve essere orientata a mantenere una visione di lungo periodo. Il successo dipenderà dal lavoro, dall’impegno e dalle scelte coraggiose che faremo. Solo attraverso determinazione e coesione potremo trasformare le difficoltà attuali in opportunità”. Parole di Enrico Zanoni, dg del colosso cooperativo trentino Cavit, che mette insieme oltre 5.250 soci viticoltori e 6.350 ettari di vigneto, che oggi, in assemblea dei soci, ha approvato il bilancio 2024/2025 (chiuso al 31 maggio 2025), e che comprende la capogruppo Cavit Sc e le controllate Cesarini Sforza SpA (100%), GLV Srl (80%) e Kessler Sekt & Co KG (50,10%). Un bilancio che, vista la dimensione e la storicità del gruppo, è anche un osservatorio interessante su quello che sta succedendo nel mercato del vino.
“L’anno si è caratterizzato per la finalizzazione di importanti operazioni strategiche e il mantenimento della solidità finanziaria in un panorama macroeconomico complesso, caratterizzato da incertezze geopolitiche, l’intensificarsi di politiche protezionistiche e un persistente rallentamento dei consumi nei mercati tradizionali”, spiega Cavit. A partire dal completamento della dismissione di Casa Girelli, società specializzata nel business delle private label per l’export, entrata nel Gruppo nel 2019. “Dopo la fusione per incorporazione finalizzata all’ottimizzazione della struttura societaria, il processo di dismissione si è chiuso con la cessione del compendio industriale, salvaguardando integralmente l’occupazione attraverso l’assorbimento delle maestranze e senza impatti sul patrimonio del Gruppo. Questo riassetto strategico libera definitivamente il Gruppo dalle attività a bassa marginalità e consente di concentrare tutte le risorse sul core business”.
Un primo dato sottolineato da Cavit, inoltre, è la soddisfazione per la remunerazione dei soci, elemento centrale del bilancio cooperativo. In un contesto di mercato complesso e in continua evoluzione, il liquidato erogato è in linea con i valori e gli obiettivi degli anni precedenti, a conferma che l’esercizio ha generato un reddito adeguato anche in una congiuntura difficile. “Siamo soddisfatti dei risultati raggiunti in questo bilancio, che ha permesso al nostro Consorzio di generare un buon reddito e una remunerazione soddisfacente per i nostri soci, nonostante le difficoltà strutturali del mercato globale - commenta Lorenzo Libera, presidente Gruppo Cavit - la coesione del nostro modello cooperativo si conferma l’asset più prezioso: 11 cantine cooperative unite da valori condivisi e dall’obiettivo comune di tutelare il reddito di oltre 5.250 soci viticoltori. Il rafforzamento patrimoniale oltre i 123 milioni di euro dimostra che stiamo costruendo solidità e capacità di investimento per la costruzione di ulteriore valore per le generazioni future”.
Venendo più nel dettaglio ai numeri del bilancio, il fatturato consolidato si attesta a 242,8 milioni di euro, con una variazione negativa del -4,1% sull’anno precedente “interamente attribuibile all’uscita definitiva di Casa Girelli dal perimetro di consolidamento. Confrontando il dato con l’esercizio 2019/2020 - base di riferimento pre-acquisizioni e pre-effetti pandemici - emerge una crescita media annua del +3%. Tale progressione organica, calcolata su un orizzonte quinquennale - spiega Cavit - testimonia lo sviluppo strutturale del Gruppo, al netto delle operazioni straordinarie di M & A e del successivo riassetto strategico culminato con la dismissione di Casa Girelli”. Come detto, il patrimonio netto consolidato supera i 123 milioni di euro, “a conferma di un trend di crescita costante che rafforza la struttura finanziaria del Gruppo. Questa solidità patrimoniale rappresenta una garanzia concreta per assicurare le risorse necessarie per sostenere gli investimenti strategici e affrontare le sfide future”.
Guardando a mercati e strategie commerciali, “l’export continua a rappresentare il 75% del fatturato consolidato del Gruppo Cavit, da sempre contraddistinto da una forte vocazione internazionale. La presenza su tutti i principali mercati - Nord America, Europa, Asia, Medio Oriente e Africa - con strategie e portafoglio prodotti adattati alle specificità locali, conferma l’efficacia della strategia distributiva di lungo periodo basata sulla diversificazione geografica, che oggi rappresenta un elemento di resilienza in un contesto globale complesso”.
Cavit, in particolare, si conferma primo operatore italiano nel mercato nordamericano, dove gli Stati Uniti rappresentano il principale sbocco commerciale. “Qui Cavit mantiene la leadership nel segmento Pinot Grigio nonostante le complessità legate all’introduzione dei dazi, ai quali il Gruppo ha risposto con un approccio flessibile e diversificato, modulando strategie di prezzo e investimenti promozionali in collaborazione con importatori e distributori per preservare la competitività sul mercato americano. In Europa, dove la presenza di Cavit è storica e capillare, Germania e Olanda continuano a rappresentare i mercati più strategici per il Gruppo. La Germania mostra segnali di recupero nella grande distribuzione, mentre in Olanda si registra una crescita moderata ma costante. Il Regno Unito mantiene performance positive nel canale Horeca. Nei mercati asiatici emergono opportunità interessanti per la spumantistica: Corea del Sud e Giappone mostrano un crescente apprezzamento per i Metodo Classico Trentodoc, mentre in Cina, nonostante la contrazione generale dei consumi, sono state avviate partnership promettenti con due compagnie aeree nazionali per la presenza dei vini Cavit a bordo”.
Ancora, guardando al mercato nazionale, in Italia, “Cavit registra performance positive trainate dal canale della grande distribuzione, dove le linee strategiche del Gruppo - in particolare Mastri Vernacoli - consolidano la propria performance, confermando l’efficacia di un posizionamento fondato sulla qualità accessibile. Nel canale Horeca il Gruppo mantiene un presidio qualitativo attraverso le linee premium Trentini e Bottega Vinai, declinando lo stesso principio in segmenti di prezzo superiori”.
E così come per il mercato del vino in generale, il comparto degli spumanti si conferma strategico anche per il Gruppo Cavit, “con tutte le cantine del segmento in crescita: Altemasi, Cesarini Sforza e Kessler Sekt registrano risultati positivi. Ad Altemasi, marchio di eccellenza nel Trentodoc, è dedicato un importante piano di investimenti con l’avvio dei lavori per l’ampliamento della cantina (con un investimento complessivo di 26 milioni di euro, come avevamo raccontato qui). L’intervento prevede l’aumento della capacità produttiva e di stoccaggio, ottimizzando al contempo l’efficienza logistica ed energetica dell’intero ciclo produttivo. Il completamento dell’opera è previsto nel biennio 2028-2029”.
Ancora, spiega Cavit, “sul fronte del portfolio prodotti, l’introduzione di Cum Vineis Sclavis Trentino Doc Schiava nella linea Trentini Premium risponde ai trend di consumo orientati verso vini più leggeri e immediati, valorizzando al contempo un vitigno autoctono della tradizione trentina.
Sui mercati esteri, il Gruppo esplora inoltre le opportunità emergenti nel segmento low e zero alcohol, intercettando le preferenze salutistiche delle nuove generazioni di consumatori”.
Altra linea di azione storica di Cavit, è quella dell’innovazione agronomica, che “si concretizza attraverso lo sviluppo e l’uso consolidato della piattaforma tecnologica Pica, strumento digitale che supporta quotidianamente gli attori della filiera Cavit nella pianificazione e gestione delle operazioni in vigneto. Le collaborazioni con Fondazione Edmund Mach e Fondazione Bruno Kessler hanno portato allo sviluppo di progetti all’avanguardia, come i sistemi di Intelligenza Artificiale per il monitoraggio automatico degli insetti infestanti, l’utilizzo di droni per la valutazione dei danni da eventi climatici estremi e gli studi sull’ecosistema del vigneto per incrementare la biodiversità. Il team agronomico Cavit fornisce assistenza tecnica costante in tutte le fasi della filiera, dalla vocazionalità dei terreni alla protezione dei vigneti. Questo supporto, in linea con l’adesione al Sistema Qualità Nazionale Produzione Integrata (Sqnpi), conferma l’impegno verso pratiche agronomiche sostenibili e la riduzione dell’impatto ambientale lungo l’intera catena del valore”.
Tante indicazioni, quelle che arrivano da un osservatorio importante come quello del Gruppo Cavit, che parla dell’esercizio 2024/2025 come un punto di svolta: “completata la dismissione delle attività non strategiche, il Gruppo può ora concentrare tutte le energie sul core business ad alto valore aggiunto. La solidità patrimoniale raggiunta e gli investimenti strategici avviati nella spumantistica pongono le basi per affrontare con fiducia le sfide future”. Che saranno tutt’altro che semplici.
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