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GIORNATA MONDIALE AMBIENTE

Cementificazione, la denuncia di Coldiretti: “spariscono due terreni agricoli al giorno”

Rapporto Ispra: nel 2023 persi 76,8 km quadrati di suolo fertile in Italia. “Così si brucia un miliardo di euro di cibo all’anno”
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La cementificazione fa sparire due terreni agricoli al giorno (ph: Pexels)

In Italia la cementificazione fa sparire due terreni agricoli al giorno. È la denuncia di Coldiretti che, nella “Giornata Mondiale dell’Ambiente”, che si celebra oggi, 5 giugno, cita una stima su dati Ispra. Secondo il rapporto, nel 2023 sono scomparsi 76,8 chilometri quadrati di suolo fertile alla velocità di 2,4 metri quadri al secondo. Una perdita dolorosa, rileva Coldiretti, dovuta alla nascita di nuovi edifici, strutture commerciali oltre a installazioni come i pannelli fotovoltaici a terra. La regione con il maggior consumo di suolo è la Lombardia, seguita da Veneto e Campania. Così si mette in pericolo non solo la produzione alimentare, ma anche la stabilità del territorio, a rischio dissesto e desertificazione e con le coperture artificiali che rendono sempre più devastanti gli effetti dei cambiamenti climatici.
Secondo la ricerca ogni anno viene “bruciato” un miliardo di euro in cibo. Il consumo di suolo sta allontanando anche i contadini dai territori, che diventano così sempre più a rischio dissesto senza la quotidiana attività di manutenzione e cura a cui sono abituati gli agricoltori veri custodi dell’ambiente. Il risultato è che oltre 9 comuni su 10 in Italia hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico per frane e alluvioni, aggravati dagli effetti del cambiamento climatico.
E a proposito viene rimarcata l’importanza dello stop al fotovoltaico selvaggio venuto dal recente Dl Agricoltura approvato dal Governo, che ha accolto le richieste di Coldiretti di porre un freno a quello che era un vero e proprio far west normativo, con l’installazione di maxi impianti sopra i terreni agricoli spinti da fondi di investimento speculativi.
L’associazione di categoria si ribadisce non assolutamente contraria alle fonti rinnovabili, e la dimostrazione è stata anche la forte partecipazione alla misura del Pnrr per gli impianti fotovoltaici sui tetti di stalle e cascine che permettono da un lato la produzione di energia pulita e sostenibile, senza intaccare la disponibilità di terreni coltivabili e dall’altro di tagliare i costi dell’energia.
Infine, sottolinea Coldiretti negli ultimi anni a livello europeo si è alimentata una visione ideologica e irrealistica che metteva in contrapposizione agricoltura e ambiente quando, invece, è proprio la presenza delle aziende agricole a garantire una costante tutela del territorio dai pericoli legati al dissesto come agli incendi. Basti ricordare che il 55% della superficie italiana è gestita e custodita proprio dagli agricoltori, “sentinelle” a disposizione della collettività. È essenziale in tale ottica accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo che giace da anni in Parlamento e che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia, consentendo ancora una volta al nostro Paese di fare da apripista in Europa, come già accaduto per la carne sintetica e l’etichetta d’origine.
Oltre un quarto del territorio italiano (28%), inoltre, scrive Coldiretti citando altri dati raccolti da Ispra e Eswd, è a rischio degrado e desertificazione con il calo della disponibilità di acqua che si alterna agli effetti devastanti dei cambiamenti climatici, come dimostrano i 908 eventi estremi che si sono abbattuti sull’Italia nei primi cinque mesi 2024. Nel 2023 la disponibilità idrica del Paese è diminuita del 18% secondo Ispra e l’effetto si è fatto sentire soprattutto nelle regioni del Sud, dove il 2024 è stato sinora caratterizzato da una gravissima siccità con l’emergenza più grave che interessa la Sicilia. A Palermo gli agricoltori della Coldiretti, nei giorni scorsi, sono scesi in piazza con una grande mobilitazione per chiedere aiuti immediati per salvare le stalle, con gli animali rimasti senza cibo né acqua, e i campi, dove molte produzioni sono state praticamente azzerate, ottenendo risposte importanti dalla Regione Siciliana. Ma problemi di siccità si sono registrati anche in Sardegna, Puglia, Basilicata con effetti devastanti in particolare sulla produzione di grano. A peggiorare le cose il fatto che il primo quadrimestre 2024 è stato il più caldo di sempre, con una temperatura di 1,84 gradi superiore alla media storica, secondo l’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr.

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