Dai ricordi d’infanzia alla vista dei filari dei vigneti e le botti aperte nell’aia colme di buon vino sullo sfondo dei tanti racconti, fino al Vermouth di Gancia ne “La luna e i falò”, Cesare Pavese, piemontese Doc, ci racconta e ci descrive con immagini intense e appassionate, tutta la bellezza della sua terra natale, le Langhe, le colline “pavesiane” per definizione, che oggi rappresentano l’eccellenza agricola piemontese. A celebrare il connubio letterario, è il “Premio Letterario” dedicato al vino nella letteratura, nell'arte, nella musica e nel cinema, elemento distintivo della cultura del luogo, del recupero del paesaggio e quindi della sua autenticità, promosso dal Cepam, l'associazione culturale con sede nella casa natale dello scrittore a Santo Stefano Belbo, un'iniziativa, all'edizione n. 11, che si affianca al prestigioso “Premio Cesare Pavese: letterario, di pittura e di scultura” (fino al 30 aprile; info: www.centropavesiano-cepam.it). Al concorso, suddiviso nelle sezioni narrativa, saggistica e poesia, possono partecipare opere edite ed inedite, tra articoli e saggi pubblicati su riviste enogastronomiche, e lavori realizzati dalle scuole, individuali o in gruppo. Ai vincitori - che saranno premiati il 3 giugno nella casa natale di Cesare Pavese a Santo Stefano Belbo - una selezione di vini e spumanti di Langa e Monferrato, libri, invece, per i lavori scolastici.
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