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FILIERA

Champagne, i numeri spingono all'ottimismo: rese vendemmiali a 120 quintali/ettaro

130 milioni di bottiglie spedite nel primo semestre 2022. Per rispondere ai cali produttivi il Comité vara lo sblocco differito della riserva
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Lo Champagne si prepara alla vendemmia 2022

Come avviene ogni anno da oltre un secolo, nelle settimane che precedono la vendemmia, vigneron e maison della Champagne, riuniti nel Comité Champagne, si ritrovano per gestire e difendere gli interessi della filiera e della denominazione: è l'occasione, di scena oggi a Epernay, per trovare la quadra sulle rese e per decidere insieme gli orientamenti strategici della denominazione. Facendo un passo indietro, le attese per il 2022, in termini di spedizioni, sono decisamente ottime: le spedizioni di Champagne nel primo semestre dell'anno sfiorano i 130 milioni di bottiglie, con un +13,8% sullo stesso periodo del 2021, le esportazioni, con 79,6 milioni di bottiglie, sono in aumento del 16,8%, mentre la Francia è in crescita del 9,3% con 50,3 milioni di bottiglie. Tutto lascia pensare che la domanda attualmente sostenuta continuerà a lungo termine. Inoltre, ad oggi, il vigneto della Champagne è in uno stato sanitario eccellente, con le perdite dovute alle gelate primaverili e alle prime grandinate sono stimate a meno del 9% del potenziale di raccolta. Vigneron e maison, così, hanno fissato la resa commerciabile in 120 quintali/ettaro per la vendemmia 2022, che dovrebbe iniziare precocemente, nell'ultima decade di agosto: è il livello più alto degli ultimi 15 anni.

Altro capitolo importante riguarda la “riserva Champagne”, costituita da vini degli anni precedenti, che permette di compensare eventuali carenze della raccolta. Questo sistema ha dimostrato la sua efficacia nel 2021, dopo un’annata molto difficile. Per migliorare la resilienza del settore, la riserva sarà completata da un nuovo strumento: lo sblocco differito della riserva. Il principio consiste nel generare un credito (“crédit en sortie de réserve différée”) per gli operatori qualora il quantitativo della raccolta, insieme alla riserva, si rivelassero insufficienti per raggiungere la resa commerciabile dell'anno. Questo credito, gestito dal Comité Champagne, potrà essere utilizzato nel corso dei successivi tre anni, man mano che la riserva sarà ricostituita. L'obiettivo è quello di fornire gli strumenti per raggiungere la resa commerciabile stabilita ogni anno allo scopo di garantire l'equilibrio del mercato.

A livello strategico, invece, forti della resilienza dimostrata nei due anni acuti di pandemia, gli Champenois, che, nel 2020, hanno registrato un crollo delle vendite del 18% e nel 2021 hanno dovuto affrontare una raccolta dimezzata dalle gelate, dalla peronospora e dalla grandine, hanno deciso di rafforzare l'azione del Comité Champagne per sostenere meglio i professionisti e rispondere alle sfide del settore: la sfida della produzione, per garantire ai consumatori un'offerta sostenibile, adeguata, di qualità e che soddisfi i requisiti ambientali; la sfida della regolamentazione, per porre rimedio alle variazioni estreme da un anno all'altro; la sfida della desiderabilità, per far sì che lo Champagne mantenga a lungo termine il suo posizionamento unico nel cuore dei consumatori; la sfida della tutela, per rafforzare la capacità del Comité Champagne di agire a favore della denominazione a livello globale. Nei prossimi dieci anni, le risorse del Comité Champagne saranno notevolmente rafforzate per sviluppare ulteriormente le azioni di ricerca e sviluppo, le azioni di regolamentazione economica e le azioni di tutela e promozione della denominazione.

 

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