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“Chiederemo ad Unesco il riconoscimento del paesaggio toscano come Patrimonio dell’Umanità”: così il presidente della Regione Toscana, Rossi, dopo polemiche su Piano di Indirizzo Territoriale (Pit). Il 29 settembre tutti i Consorzi del vino a Firenze

“Chiederemo all’Unesco il riconoscimento del paesaggio toscano come Patrimonio dell’Umanità”. Così il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, dopo le polemiche sul Piano di Indirizzo Territoriale della Toscana, che ha messo sotto accusa i vigneti della Regione, troppi secondo i relatori del piano, scatenando la reazione del mondo produttivo. Rossi è certo che si troverà un punto di equilibrio. “Il New York Times - spiega - pubblica oggi un articolo di Gaia Pianigiani dai toni equilibrati sul dibattito sul piano del paesaggio della Toscana. È la di dimostrazione dell’interesse che a livello internazionale suscita il tema del paesaggio della nostra regione e della giusta scelta politica che abbiamo fatto per tutelarlo e valorizzarlo. Confermo che da parte nostra - aggiunge Rossi - non c’è nessuna volontà di impedire lo sviluppo dell’agricoltura e del settore vitivinicolo. Si troverà un punto di equilibrio nella discussione in corso con gli agricoltori e le loro associazioni. La nostra sfida è quella di combinare a livello più alto possibile i valori straordinari del paesaggio toscano e la redditività delle attività agricole che lo hanno costruito e che potranno continuare a plasmarlo e mantenerlo al meglio possibile. Alla fine di questo percorso, quando avremo approvato il piano - annuncia il presidente - chiederemo all’Unesco il riconoscimento del paesaggio toscano come patrimonio dell’umanità. E così sarà un successo per tutti, per l’economia agricola, per il turismo e per la bellezza senza la quale la Toscana non ha futuro”.
Intanto, per lunedì 29 settembre, ultimo giorno utile per presentare le osservazioni al piano, i Consorzi di tutela dei vini di tutta la Regione, hanno convocato una conferenza a Firenze, a cui interverranno tra gli altri il presidente del Consorzio del Vino Chianti Giovanni Busi, quello del Chianti Classico Sergio Zingarelli, e quello del Brunello di Montalcino Fabrizio Bindocci, per ribadire il “no a questo Pit”.

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