“Si è persa una buona occasione per una prima regolamentazione delle pratiche enologiche dei vini biologici. La qualità dei vini prodotti da uve biologiche in Italia sta crescendo, di pari passo con la consapevolezza di produttori e amministratori locali di diminuire il carico sul territorio e sui vigneti di prodotti chimici, e con la tendenza dei consumatori a privilegiare vini di territorio prodotti con pratiche di coltivazione e di vinificazione rispettose dell’ambiente e della salute”. Lo dicono le Città del Vino, dopo il ritiro da parte della Commissione Europea del progetto di normativa per il vino biologico, e al Ministro delle Politiche Agricole Giancarlo Galan chiedono “di farsi carico di una nuova iniziativa in Italia, con un tavolo che riunisca le migliori forze del settore, e di riavviare una nuova trattativa a Bruxelles”.
“I fondi nazionali, previsti nella nuova Ocm vino - sottolinea Paolo Benvenuti, direttore generale delle Città del Vino - andrebbero utilizzati per i vini biologici”. In Italia, la crescente attenzione per il vino biologico rappresenta “una corrente inarrestabile che merita attenzione - prosegue Benvenuti - come dimostrano i risultati del concorso “Biodivino”, promosso insieme a “La Selezione del Sindaco”, dedicato a questi vini che, ogni anno, ottengono punteggi molto elevati, secondo le valutazioni delle stesse commissioni giudicatrici dei vini convenzionali. Ma si può ricordare anche il recente protocollo d’intesa sul vino biologico tra i comuni dell’area classica del Prosecco”.
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