Brutta sopresa pasquale nell'Italia centrale: 1 pianta da frutto su 4 è stata danneggiata dalle improvvise gelate. Lo affermano gli esperti dell'Istituto di Biometeorologia del Cnr di Rirenze, che rilevano come "il 25% delle piante da frutto ha fortemente risentito del freddo (fino a -4 gradi) della notte di Pasqua". È stata dunque l'altalena caldo-freddo delle ultime settimane a giocare un brutto scherzo alle piante da frutto, che con la gelata pasquale hanno subito una vera e propria decimazione.
"Per le nostre stime - spiega Giampiero Maracchi, direttore dell'Istituto del Cnr di Firenze - ci siamo basati sulla distribuzione delle temperature minime e sulla morfologia del terreno: in questo modo abbiamo potuto ricostruire la superficie totale nella quale, in Umbria, Toscana, Marche e Lazio, il freddo ha causato danni alle foglie di nuova formazione, specie per le piante di albicocco, pesco e vite, arrivando ad una percentuale complessiva, in media, del 25%, con punte fino al 50%". Quanto all'uva "la vendemmia di settembre si preannuncia già da ora meno abbondante del solito, ma probabilmente di buona qualità: è ancora troppo presto per dirlo - precisa Maracchi - ma l'annata vinicola 2001 potrebbe essere caratterizzata dal motto 'poco vino ma buonò se l'estate non riserverà ai viticoltori altre brutte sorprese".
Ma il Cnr fa anche notare come gli italiani dovranno abituarsi alla tendenza "dell'instabilità meteorologica di questi tempi: fenomeni come piogge intense, venti forti, slavine o ghiacciate improvvise sono entrati ormai prepotentemente a far parte della nostra vita quotidiana e sono determinati dal cambiamento del regime stagionale di circolazione atmosferica governato dalle condizioni energetiche dell' Atlantico, del Golfo di Guinea e del Mediterraneo, che modificano sensibilmente al distribuzione delle perturbazioni ed il regime termico stagionale".
"Una soluzione a questi problemi - sempre secondo il Cnr - potrebbe venire, oltre che dai sistemi di monitoraggio e di previsione, dallo studio di forme assicurative specifiche oltre a quelle già esistenti, con un intervento pubblico, come avviene in molti Paesi industrializzati come il Canada, la Francia, la Germania e la Svizzera.
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