Dalla Cina sono stati importati 85 milioni di chili di pomodori conservati nel 2012 che secondo la Laogai Research Foundation sono ottenuti anche dai lavori forzati in imprese agricole Lager, i cosiddetti Laogai, che interessano su 1,4 milioni di ettari di terreni che producono per il mercato interno e per l’esportazione. Lo afferma la Coldiretti nel commentare la notizia sulla chiusura dopo 55 anni dei famigerati campi di rieducazione in Cina.
Dalla Cina - sottolinea la Coldiretti - l’Italia ha importato prodotti agroalimentari per un valore stimato pari a oltre mezzo miliardo di euro tra pomodori, ortaggi e frutta conservata, aglio e legumi mentre il valore delle esportazioni made in Italy è pari a poco più della metà.
Oltre ad un necessario riequilibrio della bilancia commerciale pesano gli effetti di una concorrenza sleale dovuta a situazioni di dumping sul piano sanitario, ambientale e sociale. Se gli standard sanitari sono diversi rispetto a quelli dell’Unione Europea, la produzione in Cina sembra essere infatti anche realizzata - conclude la Coldiretti - con sfruttamento del lavoro forzato dei detenuti da parte di molte imprese cinesi impegnate nell’export alimentare, secondo la denuncia Laogai National Foundation.
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