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LO SCENARIO IM

Commercio, la Cina minaccia dazi e ritorsioni su alcuni prodotti Ue (partendo dagli spirits)

Le possibili ritorsioni legate a vicende che coinvolgono i progetti di aziende cinesi di settori di fotovoltaico, energia e auto elettriche in Europa
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Anche la grappa tra i prodotti minacciati di dazi dalla Cina (ph: Connie Perez/Unsplash)

Per ora sono solo “minacce”, ma sono formali, arrivano da fonti del Governo, o meglio dalla Camera di Commercio di Cina all’Ue, e per tanto vanno prese sul serio. Perché potrebbero arrivare nuovi dazi imposti dalla Cina sulle importazioni di vari prodotti agroalimentari europei, tra cui spirits e vini, come ritorsione per vicende che hanno visto l’Unione Europea, a sua volta, opporsi ai progetti legati al fotovoltaico, all’energia e alle automobili elettriche da parte di aziende cinesi sul territorio comunitario, facendo leva sul sempre spinoso tema degli “aiuti di Stato” e del “dumping”. Un tema scivoloso perché, peraltro, in passato, più volte la Cina ha messo nel mirino i fondi Ocm Promozione europei, considerandoli a sua volta come “aiuti di Stato” alle importazioni di prodotti Ue in Cina, sebbene la diplomazia sia quasi sempre riuscita a disinnescare la questione. Almeno fino ad oggi. Dai rumors WineNews, se le minacce cinesi diventeranno concrete, i primi prodotti ad essere colpiti da dazi potrebbero essere Brandy, Cognac e acquaviti di vinaccia come la Grappa (con indagini già avviate ed interlocuzioni in corso tra aziende e Governo cinese, attraverso il Ministero del Commercio, ndr). Ma non si esclude che nel calderone possa finire anche il vino. Ma al di là della portata diretta del settore, più o meno significativa da Paese a Paese (la Cina, per il vino italiano, per esempio, vale più o meno 100 milioni di euro all’anno, ad oggi), e da azienda ad azienda, sarebbe l’inizio di una nuova guerra commerciale di cui, tra guerre vere, inflazione e turbolenze di ogni genere sui mercati, non si sente davvero il bisogno.

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