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Con il francese St.-Julien 2011 di Château Léoville Las Cases al n. 10 e il cileno Cabernet Sauvignon Puente Alto Don Melchor 2010 di Concha y Toro, è iniziato il “countdown” per la “Top 100” 2014 di “Wine Spectator”. Il n. 1 il 14 novembre

Italia
Thomas Matthews, direttore della rivista Usa Wine Spectator, che pubblica la Top 100

Con il francese St.-Julien 2011 di Château Léoville Las Cases al n. 10 e il cileno Cabernet Sauvignon Puente Alto Don Melchor 2010 di Concha y Toro (distribuita in Italia in esclusiva da Castello Banfi), è iniziato il “countdown” per la “Top 100” 2014 della rivista Usa “Wine Spectator”, una delle più attese dell’anno. Da oggi a venerdì, day by day, le prime 10 posizioni. La classifica completa il 17 novembre. Dove “California, Francia e Italia avranno un peso maggiore che in passato”, si legge sul sito di “Wine Spectator” (http://2014.top100.winespectator.com).
Una buona notizia, dunque, visto che, nell’edizione 2013, della classifica furono ben 16 i vini del Belpaese in graduatoria (il Barolo Monprivato 2008 di Giuseppe Mascarello & Figlio, unico italiano nella “top 10”, al n 6, il Barolo Albe 2008 di G.D. Vajra al n. 16, il Chianti Classico 2010 di Poggerino al n. 18, il Bolgheri 2011 de Le Macchiole al n. 21, il Brunello di Montalcino Pertimali 2008 di Livio Sassetti al n. 24, il Cerasuolo di Vittoria Classico 2010 di Cos al n. 50, il Vino Nobile di Montepulciano 2010 di Avignonesi al n. 58, il Barbaresco 2007 di Produttori del Barbaresco al n. 61, l’Aglianico del Vulture Macari’ 2007 di Macarico al n. 66, il Maremma Toscana Mongrana 2010 di Querciabella al n. 80, il Valtellina Superiore Sassella 2009 di Mamete Prevostini al n. 82, il Barolo La Rosa 2008 di Fontanafredda al n. 86, Taurasi Radici Riserva 2006 di Mastroberardino al n. 91, il Barolo Prapò 2009 di Schiavenza 94, il Brunello di Montalcino Montosoli 2008 di Altesino al n. 96 e il Toscana Cancelli 2011 di Badia a Coltibuono, al n. 100).
La “Top 100” di “Wine Spectator” rappresenta una sorta di élite di vini sul mercato americano e mondiale (100 su 18.000 assaggi dei vini che entrati in commercio in Usa nel 2014,), visto che viene redatta non solo tenendo conto della qualità (il punteggio deve essere superiore a 90/100), ma anche il prezzo, la disponibilità sul mercato e un “fattore X”, che può essere “l’entusiasmo generato da un produttore considerato una stella nascente, o da un punto di riferimento del territorio”.
Nel complesso, spiega la rivista diretta da Thomas Matthews, la “Top 100” 2014 è formata da etichette con una valutazione media di 93/100, e un prezzo medio di 47 dollari, leggermente inferiore a quello del 2013 (51 dollari), e vedrà protagoniste etichette da ben 14 Paesi del mondo. E chissà chi occuperà il gradino più alto del podio che, nel 2013, per la prima volta nella storia della classifica, dal 1988, andò alla Spagna, con il Rioja Imperial Gran Reserva 2004 di Cuna (Compañía Vinícola del Norte de España).

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