Con la caduta di Bordeaux, che negli ultimi anni ha perso quote significative sul mercato dei fine wine, oltre alla Borgogna, emergono in maniera sempre più solida e convincente i Supertuscan.
Il motivo è semplice, e lo spiega bene, a “The Drinks Business” (www.thedrinksbusiness.com), il director off trade e national accounts del wine merchant inglese “Berkmann Wine Cellars”, Alex Canneti: “con le etichette di Bordeaux che continuano a perdere terreno, collezionisti ed appassionati hanno imparato a rivolgere le proprie attenzioni all’Italia, dove ci sono grandissimi vini, a volte superiori a quelli di Bordeaux, come nel caso di Sassicaia, Ornellaia e Tignanello, a prezzi tendenzialmente stabili, molto più realistici ed abbordabili di quelli di Bordeaux, anzi direi abbondantemente sottostimati se paragonati ai grandi di Francia”.
Proprio le dinamiche di prezzo, secondo Canneti, “sono alla base del successo globale dei Supertuscan nei ristoranti di tutto il mondo, da Los Angeles a Taiwan. Così come le vendite en primeur, che all’estero riguardano, con successo, anche i grandi vini italiani: solo 5 anni fa era praticamente impensabile ...”.
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