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Con la pubblicazione, ieri a Bruxelles, del regolamento delegato e del regolamento d’esecuzione, il quadro normativo europeo, che regolerà fino al 2030 l’evoluzione delle superfici vitate nel Vecchio Continente, compie anche l’ultimo passo

Con la pubblicazione, ieri a Bruxelles, del regolamento delegato e del regolamento d’esecuzione, il quadro normativo europeo, che regolerà fino al 2030 l’evoluzione delle superfici vitate nel Vecchio Continente, è completato, ed il vecchio sistema dei diritti d’impianto, così, dal 1° gennaio 2016 andrà definitivamente in pensione. “Ora potrà finalmente avere avvio - commenta il presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Giorgio Mercuri - la fase nazionale, che dovrà applicare il nuovo sistema autorizzativo con l’obiettivo di preservare il potenziale produttivo dell’Italia”.

La superficie vitata nazionale si è ulteriormente ridotta, passando nell’ultimo anno da 646.000 a 641.000 ettari, mentre si contano ancora diritti di reimpianto in portafoglio dei produttori per una superficie equivalente a 45.000 ettari, che, spiega Mercuri, “non possiamo permetterci di perdere. Il Ministero delle Politiche Agricole ha già fatto tanto in questo senso, attraverso l’emanazione di un decreto che consente ai diritti di reimpianto di essere trasferiti anche tra produttori di regioni diverse, e che estende al 31 dicembre 2020 il termine ultimo entro il quale poter convertire i diritti in autorizzazione. Positivo è stato infine il chiarimento diramato pochi giorni fa dal Ministero agli assessorati regionali circa la validità dei diritti di reimpianto. Si tratta di tre elementi cruciali - conclude Mercuri - per consentire un passaggio graduale e ordinato dal regime transitorio del diritti d’impianto al nuovo sistema delle autorizzazioni. Ora tale lavoro deve proseguire con la definizione di un sistema autorizzativo semplice, attraverso un bando nazionale che consenta l’allocazione delle nuove autorizzazioni ai produttori che ne faranno richiesta esaurendo l’intero quantitativo di ettari previsto per quel determinato anno”.

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