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Con la ripresa dell’economia, in Gran Bretagna volano anche i prezzi del vino, nonostante i volumi consumati continuino a scendere. A dirlo è l’ultimo report di Wine Intelligence, “The UK Wine Market Landscape 2014”

Con la ripresa dell’economia, in Gran Bretagna volano anche i prezzi del vino, nonostante i volumi consumati continuino a scendere. A dirlo è l’ultimo report di Wine Intelligence (www.wineintelligence.com), “The UK Wine Market Landscape 2014”, che racconta come il 40% di chi beve vino almeno una volta al mese spende più di 8 sterline a bottiglia, mentre solo un anno fa erano il 29%. Allo stesso tempo, la quota di chi non spende più di 4 sterline è scesa al 9%: nel 2013 era al 14%, ed è la prima volta che scende sotto il 10% dal 2003, ossia da quando Wine Intelligence fa queste rilevazioni.
Tra i fenomeni che hanno segnato maggiormente le abitudini dei wine lovers britannici nell’ultimo anno, c’è la crescita fenomenale del Prosecco: la bollicina italiana ha visto i propri volumi di vendite crescere del 250% in soli 4 anni, diventando così, per la prima volta, il vino spumante più bevuto nel Paese. E i dati suggeriscono che la rivoluzione del Prosecco abbia ancora della strada da fare davanti a sé, con la consapevolezza che c’è da recuperare un certo svantaggio, tra i bevitori regolari, sia sul Cava che sullo Champagne.
Va ridisegnato anche il panorama della vendita al dettaglio del vino. Tesco rimane il numero uno, con il 48% dei bevitori regolari che hanno detto di aver comprato almeno una bottiglia di vino negli ultimi 6 mesi in uno dei tanti punti vendita del gigante della gdo, in calo dal 52% del 2013. Nello stesso periodo, sono gli hard discount ad aver fatto il botto: il 16% dei wine drinker ha detto di aver comprato il vino da Aldi (era solo io 10% nel 2013), mentre Lidl è arrivato all’11%, dal 7% del 2013. L’analisi dei consumatori degli hard discount suggerisce che a sceglierli siano soprattutto i vecchi consumatori di vino, che scelgono bottiglie sotto le 5 sterline da consumare tra le mura domestiche.
“Credo che stiamo assistendo ad un riallineamento fondamentale nel mercato del vino nel Regno Unito - spiega Richard Halstead, chief operating officer di Wine Intelligence - oggi diviso efficacemente in due segmenti separati e distinti, con prerogative molto diverse. Da un lato si ha un gruppo crescente di consumatori altamente interessati, che sono alla ricerca di qualità e di nuove esperienze; dall’altro, si hanno consumatori meno coinvolti, con meno pretese e che non sono disposti a spendere più di quanto facciano. Entrambi i gruppi stanno contribuendo al calo dei volumi che ancora vediamo nel Regno Unito: nel segmento di spesa più elevato si beve meno, ma la spesa per bottiglia è maggiore, mentre nel segmento di spesa inferiore il budget è vincolato, e dato che i prezzi medi sono aumentati di oltre 1 sterlina a bottiglia, i volumi acquistati sono destinati a calare, anche per colpa dell’Escalator Duty, introdotta 6 anni fa, che per molti sta facendo diventare il vino un bene troppo costoso, di cui si può benissimo fare a meno”.

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