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CONFAGRICOLTURA: “LA QUALITÀ, I SAPORI, LE TRADIZIONI ALIMENTARI NON BASTANO A GARANTIRE IL SUCCESSO. OCCORRONO ANCHE MARKETING, ORGANIZZAZIONE, COMUNICAZIONE ED IMMAGINE”

“La liberalizzazione degli scambi (la cosiddetta globalizzazione) sta spingendo verso l’uniformità nei consumi alimentari. Ma nel contempo, è sempre più netta la tendenza verso quella che è stata definita la “riscoperta geografica del gusto”. In sintesi, conoscere e capire cosa c’è dietro a ciò che si mangia. Però, la qualità, i sapori, le tradizioni alimentari non bastano a garantire il successo. Serve anche un lavoro di marketing, di organizzazione, di comunicazione e di immagine rivolto ai consumatori, italiani e esteri. Come del resto, serve anche un registro multilaterale, da negoziare al Wto, che eviti le tante contraffazioni a danno dei nostri prodotti più tipici, la cui specificità è strettamente legata al luogo di origine. E non c’è sicurezza alimentare senza un processo totale di tracciabilità. E senza controlli (anche sui prodotti d’importazione)”. Confagricoltura, che in questi giorni in Toscana ha organizzato un importante momento di studio su queste importanti tematiche, non ha nessun dubbio: “dietro ad un prodotto che si afferma sul mercato, c’è sempre una rete di attività economicamente vitali: dall’azienda agricola, all’artigianato sino al commercio”.
“Facciamo l’esempio del vino: in pochi anni - spiegano in Confagricoltura - le esportazioni hanno raggiunto i 5.000 miliardi di lire; un risultato di assoluto prestigio e che può essere migliorato, se solo si considera che quasi l’80% dell’export è concentrato nell’Unione Europea. Ma questo successo non è venuto per decreto, non è venuto per effetto di miracolosi progetti di settori: è stata la conseguenza del duro lavoro dei produttori in azienda e che si sono impegnati in un lungo lavoro di ristrutturazione dei vigneti per puntare sulla qualità e, in prima persona, nella commercializzazione. A tutto questo si è aggiunto un marketing ben azzeccato che è riuscito nell’affermazione della cultura del bere, dando rilievo ai sapori, ai gusti e alle tradizioni”.
“L’impegno di Confagricoltura - è la logica conclusione della più grande organizzazione delle imprese agricole d’Italia - è quello dunque di trasferire l’esaltante esperienza maturata nel settore del vino ad altri prodotti: dall’olio d’oliva, all’ortofrutta, ai salumi e a formaggi. Sempre nel segno di una qualità irripetibile”.

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