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CONFAGRICOLTURA: “SEMPLIFICAZIONE PER LIMITARE TEMPI E COSTI E INVESTIRE IN AZIONI DIRETTE SUL MERCATO E FINALIZZATE AD AUMENTARE LA COMPETITIVITÀ DELLE IMPRESE”. “ASSEMBLEA COSTITUENTE PER ACCORCIARE LA CATENA DEMOCRATICA E RINNOVARE LA POLITICA”

Le imprese agricole italiane sono soffocate dalla burocrazia: ogni settimana, un’azienda di medie dimensioni perde due giorni per adempiere agli obblighi burocratici. A rilevarlo una ricerca di Confagricoltura che porta ad una semplice ma fondamentale conclusione: “serve, subito, una semplificazione amministrativa per ridurre tempi e costi, e che consenta di utilizzare i fondi risparmiati in azioni dirette sul mercato e di promozione, per aumentare la competitività delle imprese”.
Mentre crescono gli adempimenti, aumenta anche l’apparato burocratico che li deve gestire ed effettuare i necessari controlli. Il tutto con una spesa a carico della fiscalità generale. In questo senso, negli ultimi anni, si è sviluppata una sussidiarietà che è andata in una doppia direzione: verticale, spostando molti centri decisionali e di gestione sul territorio, moltiplicandoli; orizzontale, trasferendo parte della gestione delle procedure burocratiche sulle Organizzazioni di rappresentanza, cui sono state attribuite varie funzioni svolte nel duplice interesse della struttura pubblica, che ha visto così alleggerito il carico di lavoro, e degli agricoltori (associati a Confagricoltura e non), che hanno potuto avere servizi a prezzi concorrenziali.
Questo processo di decentramento, se da una parte ha avuto il vantaggio di avvicinare il servizio amministrativo all’utenza e di alleggerire l’Amministrazione e anche di offrire servizi a prezzi concorrenziali agli agricoltori, ha portato però anche ad una moltiplicazione dei costi di gestione e ad un aumento dell’intreccio di competenze tra amministrazioni centrali e locali, che rischia di ingenerare confusione o, peggio, conflitti di poteri che nuocciono alla efficienza del sistema.
A parere di Confagricoltura, inoltre, va rivista e completata la riforma del Titolo V della parte II della Costituzione, approvata nel 2001: si tratta di ripensare la distribuzione delle materie e delle competenze tra Stato e Regioni, al fine di valorizzare e razionalizzare i ruoli di ognuno.
L’obiettivo è quello di arrivare ad aprire una fase costituente per la riforma dell’ordinamento della Repubblica, con una razionalizzazione dei diversi livelli delle strutture pubbliche ed una ridefinizione dei ruoli e delle competenze degli enti locali. Un’Assemblea Costituente, nominata democraticamente, potrebbe ridisegnare completamente le regole attuali, a partire da un nuovo sistema elettorale.
Ecco, per punti, alcuni principi ispiratori del nuovo schema istituzionale, come lo vede Confagricoltura:
- adottare un sistema elettorale di tipo europeo;
- rilanciare il ruolo del Parlamento, superando l’attuale “bicameralismo perfetto”;
- aumentare le capacità di assumere decisioni da parte del Governo, ma evitando di andare verso un “presidenzialismo autocratico”;
- stabilire un numero di parlamentari e un sistema di trattamento economico e normativo degli stessi che derivi da valutazioni di efficienza e di congruità;
- rendere i partiti più democratici nel loro funzionamento e trasparenti nell’approvvigionamento delle risorse e nella rendicontazione delle spese;
- definire un sistema politico semplice e duttile, che sappia favorire l’alternanza di forze diverse ma anche la convergenza sui grandi obiettivi della trasformazione economica e sociale del Paese;
- ridisegnare la mappa dei livelli istituzionali (per esempio: accorpando i comuni più piccoli, istituendo le “città metropolitane”, se del caso riducendo il numero delle regioni e delle province);
- ridefinire ruolo e competenze degli enti locali, riportando alla dimensione nazionale responsabilità come la politica economica, la sicurezza, la sanità, l’istruzione;
- promuovere valori come il merito, la concorrenza, l’uguaglianza delle opportunità.

In particolare - All’agricoltura un ruolo centrale nell’agenda del governo: gli strumenti
- La stabilità fiscale. Quando nel prossimo anno si ripresenterà il problema della scadenza delle norme che determinano le aliquote ridotte per l’Irap, per gli acquisti dei terreni e l’impiego del carburante agricolo, occorrerà assicurare una stabilizzazione definitiva.
- Le politiche del lavoro. Confagricoltura, che rappresenta i due terzi delle giornate occupate nel settore, apprezza i risultati raggiunti con l’applicazione del protocollo sul welfare, nonché con la ristrutturazione dei debiti previdenziali, sono apprezzabili. Occorre continuare su questa strada nell’ottica di una maggiore semplificazione, contrastando il lavoro irregolare e sommerso, offrendo opportunità di adeguata formazione professionale, senza perdere di vista il tema della sostenibilità degli oneri previdenziali. Il regime per i lavori occasionali (voucher), introdotto solo per le vendemmie, va estesa a tutte le attività lavorative stagionali.
- La sburocratizzazione. Un intervento a tutto tondo sugli adempimenti cui sono chiamati gli imprenditori è ineludibile. Oltre cento giorni l’anno della loro attività, circa due giorni a settimana, sono dedicati a defatiganti, e costose, procedure.
- Ricerca e l’innovazione. Sono elementi essenziali per la crescita delle imprese, come d’altronde dimostrano le storie di alcuni “testimoni” presenti a Taormina. L’applicazione delle biotecnologie non deve rappresentare un terreno di scontro ma di confronto tecnico-scientifico. Le radicalizzazioni che hanno contraddistinto il dibattito sin ad ora hanno prodotto ritardi e disorientamento. Le scelte attengono alla verifica scientifica e non alle emozioni.
- La politica energetica. Lo sviluppo dell’uso delle fonti rinnovabili va incentivato, sia per gli effetti produttivi diretti, sia per quelli sull’ambiente. OItre alla definizione di strumenti agevolativi, efficaci e mirati alla realtà del settore, il quadro normativo attuale va completato per renderlo concretamente applicabile.
- Le risorse idriche. Occorrono: un piano di opere irrigue, con la creazione di un sistema di nuovi invasi; il rinnovamento dei sistemi irrigui; la pianificazione dell’utilizzo delle risorse; sistemi di supporto per valutare i fabbisogni.
- La sicurezza. Le imprese agricole, particolarmente nel Mezzogiorno, sono esposte più di altre alle intimidazioni e alle violenze della malavita, senza un’adeguata possibilità di prevenzione e di contrasto. Il rafforzamento di una capillare presenza territoriale delle forze dell’ordine, con il supporto delle più sofisticate tecnologie di controllo satellitare è condizione imprescindibile per lo sviluppo di imprese sane e correttamente competitive.

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