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CONFAGRICOLTURA: TUTELA GIURIDICA DELLE DENOMINAZIONI E RAFFORZAMENTO DEL SISTEMA, IN EUROPA E NEL MONDO. I MARCHI DI QUALITÀ UE: RICETTA DI SAPORE E TRACCIABILITÀ. AL VIA UNA CAMPAGNA DI INFORMAZIONE SULLE DOP …

Un “fatturato” di 9,3 miliardi di euro al consumo e di 4,6 miliardi alla produzione, pari al 7% del totale dei consumi alimentari nazionali e al 10% del valore della produzione agricola. Che negli ultimi anni è cresciuto del 20%, contro un incremento dell’industria alimentare, nel 2006 rispetto all’anno precedente, del 2,8%. Una presenza forte inserito nei moderni canali di vendita. Un peso importante nella bilancia commerciale, con percentuali di propensione all’export notevolmente superiori a quella dell’agroalimentare (15%), con punte fino al 41% per l’olio di oliva. “Con questi numeri - ha detto il direttore generale della Confagricoltura, Vito Bianco, presentando della campagna di informazione “Scegli il Dop” - il sistema italiano delle produzioni e qualità certificate, si presenta come un segmento di mercato affermato, dinamico, in forte espansione, oltre che come uno straordinario strumento di promozione e di qualificazione del nostro Made in Italy sui mercati esteri, dove il prodotto italiano è sempre più presente e, purtroppo, spesso contraffatto, o imitato”.
“Teoricamente, la sostituzione di tutto l’italian sounding con Made in Italy - ha detto il vicepresidente della Confagricoltura, Antonio Borsetto - consentirebbe di aggiungere una quota di mercato che oggi vale 56 miliardi di euro. Circa la metà dell’intero fatturato dell’industria alimentare”.
Per tutelarci invece dalla vera e propria usurpazione delle denominazioni registrate occorrono interventi più incisivi sul piano normativo. Nei Paesi extra Ue, cercando di ottenere in ambito Wto il registro multilaterale delle denominazioni. Sarebbe una giusta contropartita delle numerose concessioni che l’Europa si sta impegnando a garantire sul fronte delle restituzioni all’export (eliminate dal 2013), del sostegno agli agricoltori e delle barriere tariffarie (che qualcuno vorrebbe ridurre anche di oltre il 50%).
Purtroppo sul fronte del negoziato non giungono buone notizie. E lo stesso Ministro Bonino ha espresso forte scetticismo sulle possibilità di conseguire il risultato in sede multilaterale. “Se così sarà - ha concluso Borsetto - occorrerà percorrere pragmaticamente altre strade. Da un ricorso più intensivo ai marchi commerciali, specie per i prodotti già affermati sui mercati, alle intese bilaterali con i Paesi terzi; il tutto intensificando l’attività di tutela legale”.

In particolare -  “I marchi di qualità Ue: ricetta di sapore e tracciabilità. Al via una campagna di informazione sulle Dop”
419 Dop, 300 Igp e 15 Stg. Sono 734 i prodotti certificati in Europa, 160 dei quali italiani. All’eterogeneo mondo dei prodotti agroalimentari a marchio Ue è dedicato un progetto che Confagricoltura, la principale organizzazione di rappresentanza dell’imprenditoria agricola italiana, promuoverà per i prossimi tre anni.
Finanziata con il contributo delle Comunità Europea e dello Stato Italiano, la campagna sarà un lungo viaggio per l’Europa e l’Italia dei sapori attraverso i capolavori del gusto a qualità normata che vedrà protagoniste della prima annualità le Dop - Denominazioni di Origine Protetta; nei 24 mesi successivi saranno invece trattate le Igp - Indicazioni Geografiche Protette e le Stg - Specialità tradizionali Garantite. Verrà illustrato il complesso percorso che deve compiere un prodotto per ottenere gli ambiti riconoscimenti.
Ma sono anche previsti approfondimenti sulla normativa comunitaria che regola l’attribuzione del certificato di qualità, sull’agropirateria e sul dibattito internazionale in ambito Wto che da più di dieci anni oppone Europa e resto del mondo attorno allo spinoso tema del registro multilaterale per i prodotti certificati.

Qualità e sicurezza per rilanciare l’agroalimentare europea
Fin dagli anni ’90 la Politica Agricola Europea si è caratterizzata per una “strategia della qualità” dei prodotti agricoli alimentari, attraverso un percorso di tutela che ha portato all’istituzione delle certificazioni Dop, Igp e Stg. Da un lato, infatti, il prodotto di qualità valorizza le zone rurali (che costituiscono l’80% del territorio europeo) grazie alle sue ricadute sull’ambiente, sulla produzione agricola e sul mantenimento del tessuto sociale. D’altra parte, in un mercato fortemente segmentato e competitivo, disciplinari di produzione e certificati di qualità rappresentano un’ulteriore garanzia in termini di immagine e tracciabilità tanto per i produttori quanto per i consumatori. In altre parole, un valore aggiunto che premia il prodotto e il suo territorio d’origine.

Il successo dei marchi di qualità certificati Eu: solo in Italia oltre 9 miliardi di valore …
Anche i numeri parlano chiaro e investire nella qualificazione dei prodotti agricoli non solo è un dovere legato al futuro stesso del mercato comunitario delle derrate alimentari, ma è anche economicamente conveniente: per esempio i 160 capolavori del gusto italiano tutelati dall’Unione Europeo hanno fatturato nel 2005 ben 9,2 miliardi di Euro. Un vero e proprio patrimonio enogastronomico, che spazia dall’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena allo Zafferano di San Gimignano, passando per il Prosciutto di Parma, il Grana Padano e la Ricotta Romana. Ma anche la “Spagna di qualità” sorride: nel 2005 il business delle certificazioni Dop e Igp ha toccato gli 860 milioni di Euro, con un incremento del 37% sul 2004. “C’è una certa differenza - commenta il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni - fra un olio d’oliva o un formaggio Dop e un altro ‘simile’, magari ottenuto a costi inferiori, a rese più elevate e con un procedimento di produzione più semplice che non valorizza fino in le tecniche di produzione tradizionali. La rilevanza economica del settore mostra che il consumatore percepisce questa differenza”. In effetti, uno studio Medec-Regione Emilia Romagna dimostra che per la maggioranza dei consumatori il marchio d’origine è un apprezzato traino d’acquisto a garanzia della provenienza del prodotto (73%), dell’utilizzo di metodi tradizionali di produzione (66%) e di una migliore qualità complessiva (66%).

… Ma il consumatore non è sufficientemente informato
Ma quanto realmente conosciamo sui prodotti certificati? Secondo un’indagine realizzata da Ismea nel 2005 sulla notorietà delle diverse Denominazioni d’origine emerge che solo il 61% degli intervistati ricorda il marchio Dop: meno di due italiani su tre. Ancora più scarsa la riconoscibilità dei marchi Igp (ricordo complessivo pari al 10,6%); nulla, o quasi, nel caso di quello Stg (0,6%). Un’analoga ricerca condotta da Agriturist rileva che anche la memoria visiva dei marchi di qualità comunitari è molto bassa. Fortunatamente il consumatore percepisce questo deficit cognitivo e lo considera limitante rispetto a una scelta consapevole e sicura in ambito alimentare: ben il 93,2% degli intervistati apprezzerebbe una più precisa e diffusa informazione sull’argomento (InSintesi/Doxa 2005).

2007: un nanno dedicato alle Dop: a “TuttoFood”, a Fiera Milano e su Internet
Confagricoltura intende sensibilizzare, a tale proposito, , attraverso la campagna d’informazione, consumatori, professionisti del settore alimentare, operatori della distribuzione e opinion makers sul significato e sul valore degli alimenti con il bollino blu Ue. Non generici “prodotti tipici”, ma custodi ufficiali di tradizione e qualità vincolati ad un rigido disciplinare di produzione che ne garantisce sicurezza e tracciabilità. La certificazione, infatti, oltre ad identificare la provenienza del prodotto e dei suoi ingredienti, racchiude e simboleggia anche il “codice genetico” del territorio di produzione, la creatività e la perizia nella lavorazione: tutte caratteristiche che lo rendono unico.
La campagna di informazione il primo anno focalizza la sua attenzione sulla certificazione Dop (Denominazione di Origine Protetta), che si assegna a prodotti le cui caratteristiche qualitative sono legate ad una particolare zona geografica: è il riconoscimento con le maggiori restrizioni, dato che tutte le fasi del processo produttivo devono avvenire in quell’area ed essere conformi ad un apposito disciplinare. Sotto questo marchio di tutela sono registrati alcuni tra i più conosciuti ambasciatori del gusto europeo nel mondo: Gorgonzola, Parmigiano Reggiano e Prosciutto di San Daniele per l’Italia, Brie de Meaux, Camembert e Roquefort per la Francia, il Jamon de Teruel spagnolo, per citarne alcuni. Tra i momenti di comunicazione più significativi per promuovere e far conoscere i prodotti Dop, Confagricoltura sarà presente con uno stand alla prima edizione di Tutto Food Fiera Milano, la più importante rassegna dedicata all’Italian Food nel mondo che dal 5 all’8 maggio riunirà operatori, buyers, consumatori e giornalisti del settore. Verrà inoltre realizzato il sito internet www.qualiagri.it, vero e proprio vademecum per orientarsi nel variegato mondo dei prodotti certificati, con tutte le ultime novità su normativa, nuove registrazioni, appuntamenti e fiere.
“I marchi di certificazione comunitari - conclude il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni - rappresentano una carta vincente per lo sviluppo socioeconomico del mondo rurale. Puntando su qualità e sicurezza alimentare, è possibile “fare impresa” in agricoltura e valorizzare un settore portante dell'economia, fonte di beneficio per la collettività, per l'ambiente e per il territorio”.

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