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CONFESERCENTI, CIA E COLDIRETTI: ANCORA CIFRE SU PRODOTTI TIPICI E VINI SULLE TAVOLE PER FINE ANNO

Gli italiano spenderanno 2,1 miliardi di Euro (4066 miliardi di lire) per l'acquisto di prodotti tipici e dei vini per il cenone di fine anno. La stima emerge da una ricerca della Confesercenti, che spiega anche che "l'83% degli italiani passerà il capodanno in casa propria, di parenti o di amici"). Da parte sua, la Coldiretti spiega che "oltre 200.000 italiani brinderanno al nuovo anno nelle strutture agrituristiche. La tradizionale ospitalità e la genuina alimentazione sono infatti accompagnate anche da servizi culturali, ricreativi e di intrattenimento ovviamente inerenti al tema della campagna e deicate sia ai grandi che ai piccoli". Un'analisi della Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) rileva che "quest'anno i prodotti tipici saranno protagonisti assoluti delle tavole con una spesa di oltre 1,6 miliardi di Euro (+10% sul 2000). La ricerca della Cia spiega inoltre " che le feste di fine anno suggellano, ancora una volta, lo strepitoso successo dei prodotti tipici, che hanno letteralmente invaso, e lo continueranno a fare nei prossimi giorni, le tavole degli italiani. Per i giorni di fine
anno gli italiani non hanno certo guardato il portafoglio: sono stati spesi 3.000 miliardi in prodotti tipici, cioé il 10% in più rispetto al 2000, e 1.000 miliardi in vini
e spumanti. Questi dati confermano ancora una volta che gli italiani sono sempre più attenti alla qualità: nessuno spende più tanto per acquistare, ma si sta attenti alle caratteristiche del prodotto e si effettuano scelte oculate". "La qualità e la tipicità legati al territorio sono, dunque, la vera riscoperta degli italiani, che
vanno sempre più alla ricerca di sapori antichi, di tradizioni e culture regionali e locali che hanno radici profonde. Dei 3.000 miliardi - continua la Cia - 750 sono stati spesi per acquistare salumi ed insaccati, 700 per i formaggi, 250 per i prodotti ortofrutticoli e i legumi e 300 per l'olio d'oliva. Oltre ai 1.000 miliardi spesi per l'acquisto di vini e spumanti di qualità". "Oltretutto - conclude la Cia - questi prodotti sono una risorsa insostituibile per l'economia locale, in particolare per le zone marginali di montagna e di collina che, altrimenti, non avrebbero molte altre possibilità di sviluppo".

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