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Congresso Assoenologi - “L’Italia è leader dell’agroalimentare a livello mondiale, può guidare il cambiamento su molti fronti. Ma ha bisogno di “campioni”, ed il vino sicuramente lo è”: così il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina

Italia
Il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina

“L’Italia è leader dell’agroalimentare a livello mondiale, ed il vino è il suo “campione”: vi chiedo di esserne consapevoli, e di assumere sempre più consapevolmente questo ruolo di leadership”: così il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, al Congresso Assoenologi, oggi, a Verona, “che ringrazio sentitamente della sua presenza, ha fatto i salti mortali per essere qui oggi, ennesimo segno, non necessario, della sua vicinanza a questo settore”, ha detto il presidente degli enologi italiani, Riccardo Cotarella, che ha aggiunto: “mai come in questi due anni il settore ha avuto tanta attenzione a livello istituzionale, dall’esperienza del Palazzo del Vino ad Expo alla dematerializzazione dei registri ai lavori per il Testo Unico del vino”.
“Due, partite, queste ultime, fondamentali nel processo di semplificazione - ha detto Maurizio Martina, ben intervistato, sul palco del Congresso Assoenologi, da Fede & Tinto della trasmissione “Decanter” di “Radio 2” - che vogliamo portare avanti. Il “Testo Unico” è sul binario giusto: non siamo ancora all’atto finale, c’è da sudare parecchio, ma ci credo tanto, perchè credo che in quegli 89 articoli di cui è fatto ci sia il senso di quello che vogliamo fare, e del rapporto nuovo tra esperienza vitivinicola e sistema Paese. È complesso portarlo a compimento garantendo una semplificazione sostanziale, vera, ma siamo sulla buona strada. Come sul fronte della dematerializzazione dei registri, altra sfida enorme, fondamentale per il salto in avanti che questo Paese deve fare. Ed avere l’ambizione di essere il primo Paese a passare da carta e digitale, in questo ambito, è importante. Non è un passaggio automatico, è complicato, costa impegno per cambiare meccanismo e passo, ma è un investimento sul futuro, come lo è stato prenderci un po’ di tempo in più per organizzarlo bene. Non serve forzare i tempi e fare troppo di fretta: conta la consapevolezza che quando sarà realtà sarà una cosa senza pari in altri Paesi. E’ un messaggio importante: l’Italia deve guidare il cambiamento a livello europeo e non solo anche da questo punto di vista, e su questo non molliamo di un centimetro”.
E proprio il vino è il grande protagonista di questa fase storica dell’agroalimentare, sottolinea Martina: “è un settore in salute, i numeri da record li conoscete tutti, e questo è possibile anche grazie al vostro lavoro, e quello dei produttori e di tutta la filiera, con cui ho cercato, con il mio Ministero, di collaborare il più possibile, di camminare fianco a fianco. E anche se ancora non siamo arrivati dove vogliamo, tante cose buone le abbiamo fatte, o le abbiamo iniziate, e vogliamo andare avanti. Come sul fronte dell’internazionalizzazione, per esempio, anche grazie ad un lavoro proficuo, che continua, con il Ministero delle Sviluppo Economico, con il primo piano di internazionalizzazione dell’agroalimentare “made in Italy”, che continua e vivrà momenti importanti come gli Europei di Calcio in Francia o le Olimpiadi in Brasile e che, nella prossima “legge di stabilità”, godrà di novità importanti. Ma penso - aggiunge il Ministro - anche la fronte della ricerca scientifica: il vino italiano è pieno di casi e storie di eccellenza in questo senso, ha un bagaglio straordinario di innovazione nei territori, che ora però vanno messe a sistema, e nelle prossime settimane spiegheremo meglio questo progetto, individuando delle priorità su cui investire, e sicuramente il vino e la viticoltura sono tra queste. E anche in Europa siamo tra i pochi che chiedono alla Commissione un definitivo inquadramento legislativo di certi aspetti, sulla ricerca, sull’innovazione, sulla sperimentazione: vogliamo aprire un fronte vero, di nuove tecniche e tecnologie, e il vino questo percorso lo può guidare”.
Segni di un Italia del vino che guarda avanti, “come ha fatto anche nelle celebrazioni dei 50 anni di Vinitaly - dice ancora Martina - che abbiamo appena festeggiato non come auto-celebrazione del passato, ma come apertura al futuro e alle nuove frontiere da aprire o esplorare meglio, come quelle dei mercati dell’Asia e della Cina”.
Ma se il vino è in salute, come settore, ce ne sono altri, dell’agricoltura italiana, dove le difficoltà non mancano: “dobbiamo stare con i piedi per terra, non pensare solo alle eccellenze che funzionano, ma anche ai settori che ora sono più in difficoltà. Devo farlo io come Ministro, in primis, ma dobbiamo farlo tutti. Ed in questo senso Expo è stata una esperienza formidabile, ha accesso l’attenzione sui temi dell’agricoltura, allargandoli ad una platea ben più vasta di quella degli addetti ai lavori. Ma è solo l’inizio del lavoro che tutti insieme dobbiamo fare, per trovare un punto di equilibrio virtuoso, che ancora non c’è, tra la globalizzazione e chi vive di agricoltura. Penso al grande tema dei prezzi di molti prodotti agricoli, per i quali la volatilità delle quotazioni è una variabile che pesa come non ha mai fatto in passato. Penso anche, però, che abbiamo davanti un’epoca senza precedenti, in cui in pochi anni la cosiddetta “classe media”, che in Italia è stata la più colpita dalla crisi e che ora si sta ricostruendo in modo nuovo, nel mondo si arricchirà di 800 milioni di persone che avranno una maggiore capacità di spesa, cambieranno stile di vita. Ed è una partita che l’Italia del wine & food deve giocare da protagonista, un’occasione che non può lasciarsi scappare”.

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