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CONSUMI: DA INTEGRAZIONE RELIGIOSA NUOVI STILI ALIMENTARI

In Italia si assiste ad un boom con oltre cento macelli “halal” di stretta osservanza islamica che sono ormai un quinto del totale di quelli autorizzati CE e alla diffusione di specialità alimentari Made in Italy come il Grana Padano, il Montasio, la Grappa friulana, il miele biologico, i vini Refosco e Merlot ed anche il vino Rosso di Montalcino realizzati secondo le regole ebraiche “kasher”: lo afferma la Coldiretti nel sottolineare che l’integrazione religiosa non è solo un valore per la pace e lo sviluppo ma ha anche importanti riscontri sul cambiamento degli stili alimentari ed una conseguente innovazione sull’offerta delle imprese.

L’occasione - precisa la Coldiretti - è l’incontro sulle “Tradizione alimentare nelle religioni monoteistiche” organizzato nell’ambito delle celebrazioni ufficiali italiane per la giornata mondiale dell'alimentazione dall’Universita’ di Roma La Sapienza, durante il quale la più grande organizzazione degli imprenditori agricoli europei ha offerto una colazione rispettosa dei principi alimentari delle tre religioni monoteistiche.

Se l’influenza della religione cattolica sulle abitudini alimentari è una realtà nota in Italia con un tradizionale picco settimanale di consumo di pesce il venerdi’ nelle case, nelle mense e nei ristoranti, il recente fenomeno dell’immigrazione da paesi di religione islamica ha determinato - sottolinea la Coldiretti - l’adeguamento dei sistemi produttivi alle esigenze di un segmento di popolazione in continua crescita. La diffusione del metodo di lavorazione della carne “Halal” - continua la Coldiretti - ha ormai interessato tutti i piccoli e i grandi centri del territorio nazionale ed addirittura potrebbe arrivare presto in Italia anche il primo burger halal dopo che McDonald’s ha inaugurato nell’agosto scorso a Parigi un fast food per musulmani che cura la formazione del personale.

Peraltro - precisa la Coldiretti - dopo le macellerie islamiche, a Milano cresce il successo delle paste prodotte secondo le regole islamiche con la maggioranza dei clienti che sono però di nazionalità italiana. Per quanto riguarda le regole alimentari delle comunità ebraica, oltre alla presenza di un significativo mercato nazionale per i prodotti kasher, si assiste - evidenzia la Coldiretti - ad una crescente offerta di specialità Made in Italy preparate nel rispetto delle norme alimentari ebraiche da destinare alle numerose comunità presenti all’estero.

Se in provincia di Mantova è stato prodotto Grana Padano, nelle colline senesi viene realizzato il Rosso di Montalcino e in diverse parti di Italia si ottiene miele biologico. Rinomati anche i formaggi Montasio e Latteria, la grappa e i vini refosco e Merlot del Friuli certificati dall’ufficio Rabbinico della Comunità ebraica di Trieste.

Secondo quanto emerso dall’incontro - riferisce la Coldiretti - nell’Ebraismo le regole alimentari scaturiscono dal testo sacro del Pentateuco e dalla elaborazione dei testi della tradizione ebraica e vengono rispettati da ciascun credente sino a confondersi ed intersecarsi con la stessa religiosità. L’insieme di queste regole (casherut) rappresenta la guida non solo per il consumo diretto, ma anche per la produzione e la trasformazione dei cibi e il termine kasher viene dato agli alimenti solo se conformi a queste regole.

Similmente, l'Islam - continua la Coldiretti - è pervaso da un’idea di sacralità del comportamento che accompagna le azioni del vivere quotidiano e tra queste anche l’alimentazione. La descrizione di taluni rituali, quale la macellazione (halal), ha la finalità di rendere sacro questo intervento. La cultura islamica non considera il mangiar carne come un atto naturale, ma piuttosto come un'esigenza alimentare che nulla toglie alla consapevolezza dell’uccisione di un altro essere vivente.

Per il Cristianesimo l’alimentazione è più integrata nella vita sociale e non ha la sola finalità di soddisfare un’esigenza fisiologica, cioè lo scopo di nutrire l’organismo, ma anche un momento di relazione e di scambio con il prossimo. Il Nuovo Testamento - conclude la Coldiretti - non contiene delle vere e proprie regole alimentari e raccomanda solo di non mangiare la carne di animali morti per soffocamento o sacrificati agli idoli. Altre pratiche quali l’astensione dalle carni il venerdì, il digiuno quaresimale e alla vigilia di talune festività non derivano da tradizione scritta.

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