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CONTINUA LO SCONTRO TRA MOSCA E BRUXELLES SULLO STOP RUSSO ALL’IMPORT DI CARNE SUINA DAI PAESI DELL’UNIONE CHE HA CAUSATO UN TAGLIO DI CIRCA IL 25% SULL’EXPORT EUROPEO. ORA BRUXELLES CHIEDE L’INTERVENTO DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL COMMERCIO

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Carne suina sotto attacco

Continua lo scontro tra Mosca e Bruxelles sullo stop russo all’import, a fine gennaio 2014, di carne suina e derivati dai Paesi dell’Unione con un taglio di circa il 25% sull’export europeo. Ora, Bruxelles chiede l’intervento formale dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). “Il bando generalizzato della Russia sulla carne di maiale europea è chiaramente sproporzionato e va contro le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio”, ha dichiarato il commissario Ue al Commercio Karel De Gucht, che qualche settimana fa aveva già paventato la possibilità di rivolgersi al Wto data la mancanza di progressi nelle discussioni con Mosca. L’auspicio era riuscire a risolvere il caso bilateralmente, perché le procedure del Wto hanno comunque tempi lunghi.

“L’Europa difenderà i suoi produttori e a questo riguardo non ha ormai nessun’altra scelta se non quella di portare il caso all’Organizzazione mondiale del commercio”, ha sottolineato il commissario, ricordando che l’Unione ha subito preso le misure necessarie dopo il paio di casi di cinghiali infetti da febbre suina provenienti dalla Bielorussia ritrovati al confine con Lituania e Polonia. Mosca, tra l’altro continua ad importare carne suina dalla stessa Bielorussia e non ha mai chiuso completamente il suo mercato nazionale nonostante casi di febbre suina sul suo stesso territorio.

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