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CONTRO LE MAFIE, ARRIVANO I “PACCHERI DELLA LEGALITA’” DELL’ASSOCIAZIONE “LIBERA” DI DON CIOTTI E DELLA CIA. CIA: “UN AGRICOLTORE SU 3 E’ VITTIMA DEL “PIZZO”. PIU’ DI 150 SONO I REATI AL GIORNO, PER UN “BUSINESS” DA 50 MILIARDI L’ANNO”

Ora le mafie si combattono anche con la pasta, e, in particolare, con una delle tipologie più conosciute del famoso piatto tricolore: i “paccheri della legalità”. Da oggi sono, infatti, in vendita pacchi speciali del tradizionale prodotto made in Italy con i marchi della Cia - Confederazione Italiana Agricoltori e dell’associazione Libera di Don Luigi Ciotti, che attestano che il grano utilizzato proviene da terreni confiscati alla criminalità organizzata. Secondo il rapporto n. 3 sulla “Criminalità in agricoltura” della Cia “i tentacoli della piovra si allungano sulle campagne e l’azienda “Mafie Spa” fattura qualcosa come 50 miliardi l’anno, solo in agricoltura. Più di 150 reati al giorno, sei ogni ora e, un agricoltore su tre ha subito e subisce gli effetti della criminalità organizzata”.

Non solo la pasta: l’accordo tra la Cia e Libera ha già portato sul mercato altri prodotti provenienti dai risultati della lotta alle mafie, dall’olio ai legumi, dalla farina agli ortaggi, fino alle conserve. Per la Cia si tratta di “un contributo alla crescita di tutti quei giovani che hanno trovato, grazie al progetto Libera Terra, un’opportunità di lavoro in un settore importante dell’economia nazionale ed europea, quale è l’agricoltura. Il nostro impegno contro la criminalità organizzata - sottolinea il presidente Giuseppe Politi - è stato sempre fermo e deciso. In ogni frangente abbiamo sviluppato un’iniziativa forte in difesa della legalità e per il rispetto della legge. In questo contesto s’inserisce l’accordo con l’associazione Libera che, con la commercializzazione dei “paccheri della legalità”, si arricchisce di un nuovo strumento di lotta alla criminalità. Un’intesa che conferma il nostro solidale sostegno nei confronti di chi è mobilitato per la sicurezza e cerca di contrastare qualsiasi tipo di attività criminale”.

Secondo il rapporto della Cia, l’interesse delle organizzazioni criminali ormai non riguarda unicamente i settori sui quali c’è ormai “una consolidata letteratura” (edilizia, smaltimento dei rifiuti, autotrasporto, sanità), ma anche furti di attrezzature e mezzi agricoli, usura, racket, abigeato, estorsioni, il cosiddetto “pizzo”, discariche abusive, macellazioni clandestine, danneggiamento alle colture, aggressioni, truffe nei confronti dell’Unione europea, “caporalato”, abusivismo edilizio, e saccheggio del patrimonio boschivo. E, a proposito di lavoro nero, “dove si annida più facilmente la “piovra””, Politi sottolinea come “ci impegnamo a contrastare il lavoro nero con la dovuta efficacia, nel nostro codice etico vi è un articolo contro ogni tipo di abuso del lavoro”.

In particolare, secondo il rapporto delle Cia, i furti di attrezzature e di mezzi agricoli sono al primo posto per numero di reati, seguiti dal racket e, a debita distanza, dall’abigeato, un reato antico, ma in continua crescita. Ogni anno circa 100.000 animali spariscono, la gran parte destinata alla macellazione clandestina: si tratta essenzialmente di bovini e maiali, ma anche di cavalli e, in prossimità delle feste pasquali, agnelli e pecore. Nello scorso biennio, si legge nel rapporto, “diverse e importanti operazioni delle forze dell’ordine hanno messo in risalto la vastità del fenomeno, che non si esaurisce alle regioni meridionali, ma tocca tutta l’Italia. Il sequestro di allevamenti di cavalli è una costante che compare in diverse inchieste.

Anche i furti di prodotti agricoli sono, di poco, meno frequenti dell’abigeato. Ma non si tratta di occasionali furtarelli. Siamo in presenza di massicce sottrazioni del prodotto (spesso direttamente dalla pianta), che prevede una scientifica e organizzata operazione di raccolta. Tra i reati si segnalano, inoltre, il danneggiamento alle colture e le aggressioni nei confronti delle persone - prosegue il rapporto - reati tipici dell’avvertimento mafioso a chi si dimostra restio a cedere ai ricatti. Più distinti fenomeni di usura e il pascolo abusivo. Non meno grave è l’odioso “caporalato”, con lo sfruttamento, da parte della criminalità organizzata, soprattutto di extracomunitari (come ha messo in risalto la recente vicenda di Rosarno), molti dei quali irregolari. Meno frequenti, ma presenti - conclude il rapporto - sono i furti di centraline per l’irrigazione, soprattutto nelle regioni dove c’è il problema cronico della carenza d’acqua. Per le stesse ragioni, si verificano allacciamenti abusivi ed estrazione dell’acqua da pozzi non regolari”.

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