Mentre in Francia continua il ritiro dal mercato di prodotti alimentari compromessi, il rischio reale della presenza anche sul mercato nazionale di uova contaminate dall’insetticida, ha provocato azioni e reazioni. Da una parte l’ex Pm Raffaele Guariniello denuncia solo il parziale successo degli interventi giudiziari, purtroppo spesso frammentari e contraddittori, ed evidenzia la necessità di impostare un programma più coerente ed efficace, che comprenda una procura nazionale, sanzioni più severe e l’attesa approvazione di una legge (ferma in Parlamento) sui reati agroalimentari. Nel frattempo, invece, Coldiretti rende noto il protocollo operativo attivato da Assoavi, l’associazione che rappresenta l’intera filiera dell’uovo in Italia, che consiste in un controllo a tappeto su tutti i singoli capannoni di galline ovaiole allo scopo di certificare l’assenza di contaminazioni dall’insetticida Fipronil (Fluocianobenpirazolo): l’obiettivo è assicurare da una parte un prodotto sano e salubre al consumatore e di tutelare i produttori di uova da consumo dall’altra.
“Serve una Procura nazionale per la tutela dei consumatori e dei lavoratori - propone l’ex pm di Torino Raffaele Guariniello, intervistato da Il Fatto Quotidiano - perché in certi casi le indagini sul reato alimentare commesso dalla stessa società in stabilimenti in zone diverse da una parte si chiudono con la condanna, dall’altra con l’archiviazione. Per questo serve un’agenzia specializzata che operi a livello nazionale. Il ministro della Giustizia ha promosso una legge sui reati agroalimentari, che però è ferma in Parlamento: essa introduce il reato di disastro sanitario, con pene fino ai 10 anni, ma anche la responsabilità delle società - rileva Guariniello - ma nel frattempo bisogna fare indagini che arrivino ai centri di potere dell’industria alimentare, con perquisizioni anche a livello informatico, per scoprire le politiche aziendali”.
Il rischio infatti è che si diffonda un senso di impunità trai responsabili dei reati e un senso di ingiustizia fra i consumatori: “gli interventi della giustizia sono insufficienti - avverte Guariniello - perché in alcune zone d’Italia i processi per reati alimentari non si fanno, mentre in altre sono lenti e si prescrivono”. Certo, gli ottimi risultati dell’attività di contrasto messa in atto dai Carabinieri dei Nas dimostra che in Italia il sistema dei controlli funziona, ma va sostenuto da un forte impegno sul piano della trasparenza dell’informazione estendendo l’obbligo di indicare l’origine a tutti i prodotti alimentari a partire dagli ovoprodotti ed i derivati, togliendo il segreto soprattutto sulla destinazione finale delle importazioni.
Nel frattempo, a tutela di consumatori e produttori di uova, Assoavi ha stilato un protocollo che è di fatto una “certificazione Fipronil free”, realizzata con l’avvio immediato del campionamento, a supporto dell’attività degli organismi pubblici, che consisterà nel prelievo di un numero significativo di uova, secondo le metodiche utilizzate dai laboratori e dal numero di capi presenti in azienda per ogni capannone di produzione. Cessato il periodo di emergenza il campionamento e controllo in questione verrà inserito nei piani di autocontrollo aziendali già operativi ogni 15 settimane come da normativa vigente. Una azione di grande responsabilità dei produttori nazionali, che intendono garantire le proprie produzioni nei confronti di comportamenti illegali, in attesa che si faccia chiarezza sulle reali fonti di contaminazione e nonostante le importanti rassicurazioni delle autorità sanitarie.
In Francia sono ormai 25 i tipi di prodotti, fra pasta, patate dauphine, dolci e graufre in particolare,
ritirati dal mercato in Francia per la presenza di insetticida fipronil, legata alla contaminazione delle uova. Secondo la nuova lista del ministero dell’Agricoltura d’oltralpe, nella maggior parte dei casi si tratta di alimenti a marchio francese (in particolare marche della grande distribuzione), ma con materie prime importate dai Paesi Bassi. Il ministero francese, in un comunicato, ha tranquillizzato sottolineando che i livelli di insetticida rilevati nei prodotti “non presentano rischi per i consumatori secondo le evidenze scientifiche”. Un dato confermato anche in Italia sui prodotti sequestrati e la cui contaminazione, fino ad oggi, è risultata sempre di molto inferiore ai livelli in grado di causare intossicazione acuta.
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