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VINO & SICUREZZA

Controlli sul vino in Francia, violazioni di vario tipo nel 38% negli stabilimenti ispezionati

L’attività della Dgccrf nel 2022 e 2023 su un numero comunque esiguo di realtà francesi legate al settore, comunicati dal Ministère de l’Économie
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I numeri dei controlli sul vino in Francia comunicati dal Ministère de l’Économie

Proteggere i consumatori da pratiche ingannevoli, i produttori dalla concorrenza sleale e tutelare le denominazioni. Sono gli obiettivi della Direction générale de la concurrence, de la consommation et de la répression des fraudes (Dgccrf) che nel 2022 e nel 2023 ha ispezionato oltre 7.800 stabilimenti per verificare la tracciabilità del vino, le pratiche di vinificazione e l’accuratezza delle informazioni fornite ai consumatori in Francia, Paese che vanta la leadership in valore sul vino al livello mondiale. Nelle ispezioni, effettuate a livello di produzione e distribuzione, la maggior parte degli stabilimenti è risultata conforme, ma oltre il 30% a livello di produzione e oltre il 40% a livello di distribuzione ha evidenziato carenze. A dirlo è una nota pubblicata dal Ministère de l’Économie, des Finances et de la Souveraineté industrielle et numérique della Francia.
A livello di produzione, sono stati ispezionati più di 1.600 stabilimenti in tutto il Paese, appartenenti all’intero settore, e se la maggior parte degli operatori rispetta le normative, nel 38% è stato riscontrato violazioni di vario tipo (era il 31% nel 2020-2021), tra cui 150 procedimenti penali relativi alle pratiche più gravi, che rappresentano circa il 15% dei casi. Nel settore della distribuzione, invece, sono stati ispezionati oltre 6.200 esercizi commerciali attivi nelle varie fasi della catena di distribuzione (grandi e medie imprese al dettaglio, enoteche, negozi per corrispondenza, bar, hotel e ristoranti). Il 43% degli operatori ispezionati ha presentato anomalie, principalmente legate alla scarsa conoscenza della normativa. I casi di frode accertata hanno portato a 40 sanzioni amministrative e 80 denunce penali, pari al 3% dei casi. L’indagine, spiega la nota del Ministero, evidenzia una relativa scarsa conoscenza delle normative nel settore alberghiero e della ristorazione, con ricorrenti inadempienze nelle carte dei vini (omissione dell’origine del vino). Sono stati sanzionati anche alcuni rari casi di sostituzione, una pratica che consiste nel sostituire un vino con uno meno costoso all’insaputa del consumatore. Nei grandi e medi esercizi commerciali, inoltre, gli investigatori hanno rilevato presentazioni dei vini che potevano trarre in inganno i consumatori (vini senza indicazione geografica o vini esteri esposti nel reparto vini Aop/Igp francesi, esposizione dei prezzi non in prossimità dei prodotti corrispondenti), violazioni che potrebbero essere spiegate dalla mancanza di formazione del personale.
Ovviamente, va specificato, si tratta di un campione ridotto in riferimento alla vastità dell’industria vinicola francese. Basti pensare che secondo lo studio di Deloitte per Vin & Société nel 2024 si parla di 59.000 aziende vinicole distribuite su 750.000 ettari del territorio nazionale francese. E in Italia quali sono i numeri legati ai controlli sulla filiera vitivinicola? Superiori a quelli della Francia, in generale, visto che nel Belpaese gli operatori controllati sono stati 8.340. Dai dati del “Report attività” 2024 dell’Icqrf - Ispettorato Centrale Tutela della Qualità e Repressione Frodi, pubblicato sul sito del Ministero dell’Agricoltura e già analizzato da WineNews, emerge, infatti, come, nuovamente, il settore vitivinicolo sia di gran lunga quello più sottoposto a controlli e verifiche: 17.710 i controlli totali, oltre il doppio di quelli per l’olio (8.249) e più del triplo del comparto lattiero caseario (5.275), con una percentuale del 23,4% di operatori e del 14,2% di prodotti con qualche irregolarità. In totale, per il settore vitivinicolo, i risultati dei controlli hanno portato a 2.583 contestazioni amministrative, 202 sequestri (per un valore di oltre 9,9 milioni di euro), più di 5,1 milioni di chilogrammi di prodotti sequestrati e 1.483 diffide.

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