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API & BIODIVERSITÀ

Cosa dicono le api-sentinella di Roma? La Capitale ha una biodiversità ricca e poco conosciuta

Raffale Cirone presidente Fai, a WineNews: “la sorpresa è una città interessante sotto il profilo apistico anche per la produzione di miele”
API, FAI, RAFFAELE CIRONE, Non Solo Vino
Raffele Cirone e il Comando Generale Carabinieri Forestali con gli alveari di Roma

Cosa dicono le api-sentinella di Roma? La biodiversità delle città che dovrebbe essere molto più bassa di un’area rurale o di un ecosistema naturale, è invece ricchissima e solo in parte conosciuta. Sono i primi e sorprendenti risultati del Progetto ApinCittà per il biomonitoraggio ambientale della Capitale mediante alveari di ape italiana, da Largo Argentina a Via Giosuè Carducci, da Porta Maggiore a Gra-Anagnina/Tuscolana, presentati dalla Fai (Federazione apicoltori italiani), Comando Generale dei Carabinieri Forestali (Cufa) e Comune di Roma. Un progetto pionieristico “che nasce da un’attività di apicoltura urbana cha abbiamo avviato agli inizi degli anni Ottanta sul quarto piano di Palazzo della Valle - spiega il presidente della Fai-Federazione Apicoltori Italiani Raffaele Cirone, a WineNews - monitorando le fioriture tipiche di Roma, un dato mancante nel repertorio della flora apistica nazionale. Negli anni l’attività scientifica si è sviluppata, e il Comando dei Carabinieri ci ha individuato come soggetto da coinvolgere per una convenzione mirata a far entrare tra le competenze dell’Arma anche l’apicoltura. Oggi, l’aumentare delle collaborazioni sta arricchendo questa rete di monitoraggio, arrivata a 20 postazioni, ed abbiamo iniziato a raccogliere dati importanti a proposito della ricchezza di biodiversità vegetale che ha Roma. Non ce lo saremmo mai aspettato, ma ci troviamo di fronte ad ora a 150 diverse specie botaniche, la quasi totalità di interesse nettarifero e molte anche pollinifero, che fanno della Capitale una città interessante sotto il profilo apistico anche dal punto di vista produttivo. La novità è un assortimento di specie vegetali che normalmente non si trova neppure nei boschi dove facciamo apicoltura produttiva, fioriture interessanti, assortite e in ogni periodo dell’anno, e nella storia delle tipologie botaniche, ricca quanto quella della città stessa. E così, per esempio, se lungo il Tevere troviamo il rovo, c’è una specie di eucalipto austrialiano diffusamente presente in un quadrante cittadino e dal quale le api portano a casa un miele del tutto particolare”.
ApinCittà offre un dato costante con le analisi melissopalinologiche, che classificano i fiori visitati dalle api: le quantità di pollini rilevate nei campioni di miele sono abbondantemente superiori a quelle che normalmente si rilevano in un’area di produzione rurale o naturale visitata dalle api-sentinelle. Il che depone a favore di un inusuale, assortito e ricco pascolo di fioriture utili a tutti gli insetti impollinatori e alle api mellifere in particolare. “Oggi, ad esempio - spiega Nicola Palmieri, melissopalinologo e coordinatore scientifico del Progetto - grazie alle api sentinelle di ApinCittà possiamo dire che sono da includere nell’ecosistema vegetale di Roma le specie botaniche Magnolia grandiflora, Washingtonia robusta, Viburnum lantana, Viburnum opulus, Rhododendron hirsutum, Schinus molle, Hedysarum coronarium, Lavatera olbia, Acacia cyanophylla, Ceratonia siliqua. Nomi che d’ora in avanti dovranno essere inclusi nel repertorio delle specie botaniche capitoline”.
Gli alveari utilizzati come stazioni di biomonitoraggio nel Progetto ApinCittà non si sostituiscono alle centraline che tengono sotto controllo i parametri di legge sull’andamento dell’inquinamento dell’aria o di altre matrici monitorate in città. Le api, invece, vengono utilizzate per rilevare parametri aggiuntivi riferiti alla qualità ambientale di aria, acqua, suolo e organismi viventi (comparti ambientali). E le stazioni di biomonitoraggio del Progetto ApinCittà sono in costante incremento: enti, istituzioni, privati oltre che apicoltori si stanno facendo avanti per essere inclusi in questa rete. La Fai promuove anche la diffusione di semi utili alle api, da spargere in ogni luogo incolto dell’area urbana di Roma. In materia di metalli pesanti occorre dire che il miele rientra tra le previsioni del Regolamento UE 2015/1005 che fissa un tenore massimo di piombo nel miele pari a 0,10 mg/kg. I dati finora rilevati dal Progetto ApinCittà, ci dicono che siamo ben al di sotto dei valori suggeriti con una media di 0,022 mg/kg.
“Oggi l’artista italiano Giampaolo Atzeni ci ha donato l’opera “Regina Mundi” ispirata all’ape italiana, che custodiremo come Federazione in originale perché possa promuovere iniziative benefiche a favore dei bambini più sfortunati. Perché ci stiamo muovendo anche nell’apicoltura sociale”, conclude Cirone.

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