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“COSTRUIRE UNA NUOVA POLITICA AGRARIA NAZIONALE PARTENDO DAL TERRITORIO E DAL SUPPORTO DEGLI ENTI LOCALI”. LO PROPONE LA “CARTA DI MATERA”, MANIFESTO PROGRAMMATICO DELINEATO DAGLI AGRICOLTORI DELLA CIA E DAL PRESIDENTE ANCI, SERGIO CHIAMPARINO

Costruire una nuova politica agraria nazionale partendo dal territorio e, quindi, dal supporto degli enti locali: ecco l’obiettivo primario della Carta di Matera, il manifesto programmatico, delineato dalla Cia - Confederazione Italiana Agricoltori per coinvolgere i comuni italiani nella costruzione di un futuro con più agricoltura. Un intento condiviso dal presidente dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) Sergio Chiamparino, che ieri ha siglato, con il presidente della Cia - Confederazione Italiana Agricoltori Giuseppe Politi, un protocollo d’intesa che raccoglie le sfide della “Carta di Matera” e si impegna a veicolare e a promuovere ai sindaci le istanze contenute nel documento.

La “Carta di Matera” promuove “un patto tra le organizzazioni degli agricoltori e gli amministratori locali che si fonda su principi come la rivalutazione dell’attività agricola in tutte le sue forme, la salvaguardia del suolo e dell’ambiente e la valorizzazione del rapporto tra cibo e territorio. Non dimenticando la diffusione prioritaria dei servizi e la semplificazione della macchina burocratica senza le quali le imprese agricole non vanno avanti”.

“Con questo primo passo comune - commenta il presidente dell’Anci, Sergio Chiamparino - speriamo di dare un contributo a rimettere in moto la crescita del Paese puntando su un settore, quello della agricoltura, che ha grandi potenzialità. Ovviamente, si tratta di uno dei tanti tasselli del mosaico che deve essere ricomposto per ridare fiato alla crescita, ma il legame fra agricoltura e industria, coniugato in una chiave che privilegi la qualità, rappresenta uno degli snodi chiave in questo senso. E credo di poter essere testimone diretto di questa valenza - continua Chiamparino - essendo sindaco di una città piemontese come Torino, che ha avuto nell’industria uno dei suoi motori di crescita, ma che ha saputo sostenere proprio questa nuova visione della risorsa agricoltura; non è un caso che, proprio nelle nostre terre, siano nate esperienze come quelle di Slow food e la crescita di un nuovo rapporto fra agricoltura e industria”.

“Con la firma di oggi - spiega Politi - si inaugura ufficialmente un nuovo corso delle relazioni tra agricoltori e comuni italiani: l’agricoltura può ancora dare un contributo importante alla crescita e allo sviluppo del paese, anche dal punto di vista dell’occupazione. Le potenzialità ci sono tutte, ma per farlo è necessario, oggi più che mai, lavorare insieme agli enti locali, stabilendo rapporti e stipulando accordi, concordando indirizzi e programmi di attività e attuando politiche sul territorio a favore di tutta la collettività. Soprattutto perché - aggiunge il presidente della Cia - il settore primario attraversa oggi una crisi non semplice: costi e oneri burocratici in crescita, redditi in caduta verticale, scarsa mobilità fondiaria, debolezza di servizi qualificati di formazione o consulenza e scompensi notevoli nella filiera agroalimentare”.

“Il tutto - chiude Politi - mentre l’Unione Europea pone nuove sfide che non possono non essere raccolte: la riforma della Pac post 2013, i cambiamenti climatici, le energie rinnovabili, le risorse idriche e la salvaguardia della biodiversità. Cambiamenti e traguardi che possono essere più facilmente raggiunti lavorando a partire dal livello comunale”.

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