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LAVORO NEI CAMPI

Covid e Fase 2, da oggi frontiere aperte anche a 150.000 lavoratori stranieri

Coldiretti: via libera non solo a turisti e viaggiatori europei ma anche agli stagionali necessari per salvare i raccolti nelle campagne italiane
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Covid e Fase 2, da oggi frontiere aperte anche a 150.000 lavoratori stranieri

Non solo turisti e viaggiatori europei, le frontiere italiane sono state aperte senza obbligo di quarantena anche a 150.000 lavoratori stagionali comunitari provenienti da Romania, Polonia e Bulgaria e altri Paesi europei e necessari per salvare i raccolti nelle campagne. È quanto stima la Coldiretti in riferimento alla riapertura delle frontiere da oggi senza obbligo di quarantena ai cittadini europei e dell’area Schengen, mentre per gli extracomunitari occorrerà attendere il 15 giugno.

Se il superamento dei limiti allo spostamento tra Regioni restituisce libertà agli italiani, l’apertura dei confini, sottolinea la Coldiretti, consente anche ai cittadini europei di arrivare e spostarsi in Italia. Sugli oltre 9,4 milioni di viaggiatori e turisti stranieri che lo scorso anno hanno scelto il mese di giugno per fare venire in Italia grava una pesante incognita mentre, per garantire professionalità ed esperienza alle imprese agricole italiane, è atteso l’arrivo dei lavoratori stagionali che ogni anno attraversano il confine per poi tornare nel proprio Paese.
La comunità di lavoratori agricoli europei più presente in Italia, spiega Coldiretti, è quella rumena con 107.591 occupati, ma tra gli europei ci sono tra gli altri anche polacchi (13.134) e bulgari (11.261). Numeri che contribuiscono a colmare il gap attuale dopo che su sollecitazione della Coldiretti sono già stati prorogati fino al 31 dicembre 2020 i permessi di soggiorno per lavoro stagionale in scadenza ed è stato ottenuto nel decreto Cura Italia che le attività prestate dai parenti e affini fino al sesto grado non costituiscono rapporto di lavoro nè subordinato nè autonomo, a condizione che la prestazione sia resa a titolo gratuito.

In questo contesto, sostiene la Coldiretti, è ora necessaria però anche una radicale semplificazione del voucher “agricolo”
che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui scuole, università e molte attività economiche sono rallentate e tanti lavoratori sono in cassa integrazione.
Secondo le stime della Coldiretti più di un quarto del Made in Italy a tavola viene raccolto nelle campagne da mani straniere con 370.000 lavoratori regolari che arrivano ogni anno dall’estero, fornendo il 27% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore.

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