Crescita del canale dei “convenience store” e del mercato on line, e consolidamento, in alcuni Paesi, della leadership di poche catene della gdo, specializzate in vino e non: ecco i trend principali nella distribuzione enoica a livello mondiale, fotografate da uno studio di Wine Intelligence (www.wineintelligence.com) e ProWein, di scena a Dusseldorf (fino ad oggi, www.prowein.com). “Abbiamo deciso di analizzare i canale dell'off-trade perché è quello predominante, e che sta crescendo di più” ha spiegato a WineNews il Ceo di Wine Intelligence Richard Halstead, “e abbiamo indagato in particolare i mercati di Germania, Usa, Uk, Spagna, Italia, Giappone, Francia e Australia, 8 Paesi che insieme fanno il 50% del consumo complessivo di vino al mondo”. A livello di macrotrend, secondo la ricerca, uno dei più interessanti è la crescita, nel commercio enoico, dei “convenience store”, specialmente in Usa, Uk, Francia e Spagna, “sopratutto nella aree periferiche, dove vive tanta gente che non compra più grandi quantità di prodotti per fare scorte, ma vuole spendere in modo mirato e quando ha bisogno - spiega Halstead - e spesso si parla di negozi con poco spazio, e pensati per un consumatore non troppo evoluto, che decide in pochi secondi e compra quello di cui ha bisogno in quel momento. E qui conta molto il brand e la riconoscibilità del prodotto, che sia il nome della cantina, la provenienza dell'origine o la varietà: serve insomma un messaggio semplice e chiaro, in questo tipo di canale”.
C'è poi la crescita delle vendite on line, e più in generale di tutto quello che è “direct-to-consumer”: “è un canale sempre più importante, offre elevati livelli di competenza, e a volte anche una scelta maggiore rispetto al retail classico - spiega Halstead - e sta crescendo perché tutti abbiamo un telefono, e ci intimorisce di meno comprare on line piuttosto che allo scaffale. Certo, c'è il problema della distanza fisica dal prodotto che si sceglie, ed è un aspetto importante per un prodotto emozionale come il vino, ma se ci si fida del sito da cui si compra è una difficoltà che viene superata. Funziona il senso di comunità, di vedere cosa pensano gli altri utenti dei vini bevuti, e spesso succede che la spesa è 15-20% più alto di chi compra off line, perché spesso è un pubblico di appassionati, più “engaged” nel vino”.
Ma ci sono anche Paesi, come l'Australia o l'Italia, dove si “consolida il predominio di poche catene, ci si sposta sempre più da piccoli negozi ed enoteche a supermercati che hanno catene grandi”.
Questo è quello che succede a livello “aggregato”. Ma l'indagine Wine Intelligence-ProWein ha analizzato anche più in profondità i singoli mercati, sintetizzandone gli “high-lights”.
In Germania, per esempio, cresce il peso dei supermercati e degli hard discount, soffrono le enoteche ed i negozi specializzati, ed è in declino la vendita diretta in cantina.
In Uk, al contrario, cresce il canale dei convenience store, anche perché supermercati e iper stanno perdendo quote e probabilmente ridurranno gli spazi fisici a disposizione del vino, mentre la “hard-discount revolution” non ha ancora toccato il mondo di bacco. E cresce la vendita direct-to-home, per ora soprattutto per il servizio offerto dai supermercati come Tesco.
Qualcosa di simile a quello che succede in Usa, il mercato n. 1 al mondo, ma dove la situazione è più variegata per via delle diverse leggi che regolano le vendite di vino e alcolici in ogni stato.
In Francia, invece cresce il dominio degli ipermercati, e grandi catene come Carrefour e Auchan stanno sviluppando dei format di convenience store per fare fronte alle difficoltà economiche dei consumatori. Soffrono le enoteche, ma cresce il “click to collect”, ovvero quella parte di commercio on line fatto dagli appassionanti che approfittano di offerte particolari o di “wine club” per fare scorte per le proprie cantine.
Curiosa la situazione in Spagna: supermercati cittadini locali e convenience store stanno guadagnando quote di mercato, di contro i grandi ipermercati di periferia sono in declino, perché la gente ha meno soldi e compra meno in quantità per fare scorte, ma di giorno in giorno quello che può e vuole.
In Italia, invece, si conferma la crescita delle grandi catene della gdo, che negli ultimi anni hanno investito molto sul fronte dell'offerta enologica, a discapito di piccoli negozi e delle enoteche. Ma cresce anche il peso, sul mercato del vino, degli hard discount.
Andando dall'altra parte del mondo, invece, in Australia catene di gdo come Coles and Woolworths stanno praticamente monopolizzando il mercato, e hanno agganciato anche il trend di crescita del “direct-to-home”.
Stabile, invece, la situazione in Giappone, dove continua il dominio di iper e supermercati.
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