Buone notizie per quella che viene considerata la “bevanda della condivisione”, apprezzata trasversalmente, dai giovani in primis per la sua leggerezza e versatilità. Crescono gli acquisti di birra nel 2024 con un aumento in volume del 2%, un dato che, secondo Coldiretti, “rappresenta un segnale positivo per un comparto che sta puntando sul consumo consapevole e sul legame col territorio a partire dalle esperienze di filiera corta dal campo al bicchiere”. Emerge da un’analisi di Coldiretti e Consorzio Birra Italiana su dati Ismea relativi ai primi 9 mesi dell’anno e diffusa in occasione dell’incontro, tenutosi in Umbria, con la partecipazione di Ettore Prandini, presidente nazionale Coldiretti, dell’onorevole Mirco Carloni, presidente Commissione Agricoltura della Camera e di Teo Musso, presidente Consorzio Birra Italiana, assieme a Pompeo Farchioni, presidente del Gruppo Agroalimentare Farchioni, e di Albano Agabiti, presidente Coldiretti Umbria.
Si è trattato di un momento di confronto con i produttori di tutta Italia “per tracciare le linee di sviluppo del settore ma anche per sottolineare l’impatto positivo di alcune misure adottate, a partire dalla riduzione dell’accisa per i piccoli birrifici artigianali, entrata in vigore dall’1 gennaio 2025” ha aggiunto Coldiretti sottolineando che “un sostegno importante al settore potrebbe venire anche dal prossimo arrivo della legge sulla birra agricola”. La birra artigianale trova il gradimento degli italiani, con quasi 1.200 birrifici attivi nel Belpaese, spesso guidati da giovani, di cui circa un quarto è agricolo, ovvero produce da sé le materie prime necessarie, secondo l’analisi del Consorzio Birra Italiana, con una percentuale in costante crescita. La birra artigianale vanta una produzione di 48 milioni di litri, di questi quasi 3 milioni sono destinati all’export e un valore di oltre 430 milioni di euro sul mercato del fuori casa, garantendo 92.000 posti di lavoro tra addetti diretti e indiretti.
L’obiettivo di Coldiretti e Consorzio Birra Italiana “è quello di promuovere una ulteriore crescita del settore puntando sull’ampliamento della disponibilità di materia prima italiana, a partire dall’orzo, oltre che del luppolo, favorendo le condizioni per una diffusione di questo tipo di coltivazioni come base indispensabile per incrementare la produzione di birra 100% made in Italy”.
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