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DA ISERA, CAPITALE DEL MARZEMINO, UNA PROPOSTA PER I “COMUNI DEL VINO” D’ITALIA: “PREMIARE I MIGLIORI VIGNETI E RISCOPRIRE I VITIGNI AUTOCTONI”

Italia
In Trentino, nasce il premio per il miglior vigneto

“Basta inseguire le mode, le tendenze, i gusti internazionali! Il futuro della viticoltura italiana di qualità passa attraverso l’affermazione dei “vitigni del silenzio”, che vanno ripresi dalle “vigne-museo”, studiati, analizzati e riportati nei territori, trovando poi il miglior modo per farli produrre e vinificarli bene”: è questo il pensiero di uno massimi scienziati del vino, Attilio Scienza, che, in Trentino, ad Isera, la capitale del Marzemino (il vino preferito di Mozart e celebrato nel “Don Giovanni” come “l’eccellente Marzemino”), si appresta a valorizzare la tipicità di questa piccola “chicca” enologica d’Italia, con un progetto di recupero culturale e scientifico.

Il progetto, fortemente voluto dalle Istituzioni (in primis, il Comune, ma anche la Cassa Rurale di Isera) e dalla quasi totalità dei viticoltori, che mette insieme tradizione ed innovazione, mira anche alla creazione, nei prossimi anni, di un Marzemino "di prima gamma", che possa competere con i grandi vini internazionali: "il primo passo, però, resta - ha spiegato Scienza - un attento studio delle piante dei 90 viticoltori di Isera (i vigneti saranno visitati, durante tutta l'annata agraria, da più esperti che valuteranno l’andamento della vegetazione, la sanità fitopatologia del vigneto, l’andamento della maturazione, l’equilibrio vegeto-produttivo delle viti ed il controllo analitico delle uve in vendemmia), custodi della variabilità nei secoli del Marzemino. Dopo questo studio ed analisi, la scelta del miglior vigneto (la cui premiazione avverrà il 22 settembre); quindi, a partire dal 2002/2003, l’inizio della produzione del “cru” di Marzemino della vigna premiata.

Con questa idea-progetto, sposata da importanti protagonisti del mondo della scienza (in primis dal professor Attilio Scienza, docente di viticoltura alla Facoltà di Agraria all’Università di Milano) e del giornalismo enologico italiano, si cercherà, nei prossimi anni, di ridare un’identità ed una collocazione, anche economica, a questo celebre vitigno, che, ad Isera e più in generale in Vallagarina, trova il suo ambiente naturale. Un progetto scientifico e culturale che coglie nella sua essenzialità il momento storico della vitivinicoltura italiana e che può dare il “via” ad iniziative in mille altri Comuni d’Italia. Da qui l'allarme, lanciato da Isera, dalle "Città del Vino" e dal giornalista Paolo Massobrio del “Club Papillon”: "il nostro patrimonio viticolo rischia di essere bruciato sotto i colpi delle mode, dell’insensibilità, delle variabili commerciali che sembrano trovare sbocchi solo nel matrimonio con i vitigni internazionali. L’Italia è l’unico Paese al mondo ad avere una ricchezza di germoplasma invidiabile, unica, vera interpretazione della vocazione produttiva di interi territori. Occorre salvarla anche con azioni di questo tipo, prese d’intesa tra Istituzioni e produttori”.

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