02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

DA OGGI L’APPLICAZIONE IN UNIONE EUROPEA DELLA RIFORMA OCM VINO ... LE POSIZIONI - UNIONE ITALIANA VINI (UIV): “RISORSE IMPORTANTI SOLO DAL 2013”. FEDERVINI: “ANCORA TANTE REGOLE DA DEFINIRE”

Parte da oggi l’applicazione della riforma dell’Organizzazione del Comune di Mercato vitivinicolo Ue (Ocm vino) varata nel dicembre dai Ministri dell’Agricoltura dei 27. Lo ha confermato un portavoce della Commissione Europea.
La riforma è destinata ad accompagnare una rapida ristrutturazione del settore attraverso un pacchetto di misure che comprende un regime di estirpazione volontaria dei vigneti per sostenere quei produttori che non sono più in grado di reggere il confronto con la concorrenza; altri interventi sono finalizzati a rafforzare la competitività di chi resterà sul mercato.
Grazie al nuovo regime, l’Italia potrà contare fin dal primo anno di sua applicazione su un aumento delle risorse finanziarie a sua disposizione che passeranno da 190 a 251,3 milioni di euro per crescere ancora progressivamente fino a raggiungere i 376,4 milioni.
La riforma, da WineNews ampliamente trattata in questi mesi, entrata in vigore oggi, rinvia poi di un anno, cioé all’agosto 2009, l’applicazione delle misure relative all’indicazione geografica, alle etichettature e alle pratiche enologiche.

La posizione - L’Unione Italiana Vini (Uiv): “risorse importanti solo dal 2013”
Entra in vigore oggi la riforma dell’Organizzazione di mercato del vino (Ocm vino), ma “fino al 2012 non cambia granché per l’eliminazione graduale delle misure legate all’arricchimento e alla distillazione dei sottoprodotti. Le vere risorse a sostegno della competitività e rilancio delle imprese, liberate dagli aiuti, diventeranno importanti solo a partire dal 2013”. Lo ha detto oggi il segretario generale dell’Unione Italiana Vini (Uiv) Paolo Castelletti che sottolinea la "preoccupazione per l'assenza di una cabina di regia a livello ministeriale per frenare il rischio di dispersione in mille rivoli del 70% dei fondi che le Regioni, in Conferenza Stato-Regioni, hanno voluto gestire autonomamente”.
Nonostante “arriva una riforma che guarda al mercato - osserva Castelletti - ma che soffre di una trattativa condotta a Bruxelles senza una grossa spinta sul fronte competitività. Avremmo voluto più fondi per la promozione nei mercati esteri. Per le risorse più cospicue il mondo imprenditoriale deve attendere fino al 2013”.
Giudizio “non positivo”, inoltre, per la questione dell’etichettatura del vino da tavola con l’indicazione del vitigno e dell’annata, che apre il rischio di entrare in competizione con le tante Igt col vino del vitigno, e sulla mancata soppressione dell’utilizzo del saccarosio che, di fatto, favorisce i produttori del Nord Europa usi a questa pratica enologica.
Anche sul fronte dei piani di comunicazione, lamenta Castelletti, “le risorse diventano importanti (100 milioni di euro a regime) solo a fine del periodo transitorio”.

La posizione - Federvini: “ancora tante regole da definire”
“Nel giorno di avvio dell’applicazione della riforma dell’Organizzazione di Mercato del Vino, l’Ocm vino, il presidente di Federvini (la Federazione italiana industriali, produttori, esportatori ed importatori di vini, acquaviti, liquori, sciroppi, aceti ed affini) Lamberto Vallarino Gancia sottolinea come “Federvini abbia supportato il cambiamento della prima proposta della commissaria europea all’agricoltura Mariann Fischer Boel. “Ci aspettavamo altro”, sottolinea il produttore piemontese, peraltro presidente del Comitato europeo delle imprese del settore vinicolo (Ceev).
Ma, aggiunge, “ci sono ancora parecchie regole da definire”. L’etichettatura, ad esempio è un elemento di discussione che potrà cambiare la piramide dei vini Docg-Doc-Igt fino a quelli da tavola”. E solo con il 1 agosto 2009 andranno in vigore le prime norme ristrutturanti il settore.
“Ma diventa importantissimo per l’Italia - osserva Gancia - non perdere ciò che c’era di buono nella vecchia riforma: valorizzazione del territorio, tutela delle denominazioni, distintività degli autoctoni. Fattori che fanno grande il “made in Italy”, se punterà sempre più a informare i consumatori per consentire scelte consapevoli e di qualità. Con la consapevolezza che non siamo più gli unici player ma c’é un nuovo mondo, emergente sul mercato con pratiche enologiche e regole diverse. E spesso con la forza commerciale di essere di proprietà di cantine europee, con tutto il know-how che ne consegue”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli