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DA PRODOTTO LOCALE A PRODOTTO GLOBALE? I TESORI DELLA TRADIZIONE LOCALE ARRIVANO NEI CARRELLI DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE

C’è chi preferisce gustare i prodotti tipici nei luoghi di produzione con accattivanti itinerari del gusto ma per chi non ha tempo di recarsi nei tanti luoghi della tradizione italiani, potrà bastare un veloce passaggio al supermercato. Le specialità del «made in Italy» non rimarranno più esclusiva di pochi golosi, quelli fortunati, che vanno a scovarli di persona cogliendo il sapore dei prodotti ma anche dei luoghi di produzione. Al supermercato potremo riscoprire comunque il profumo della pesca tardiva di Leonforte (Enna), i cui frutti vengono incartati uno per uno sull’albero. O il Casizolu sardo, formaggio vaccino a pasta filata che viene schiacciato a mano nell’acqua calda. O la Mariola dell’Emilia Romagna, un salume ricavato da quel che rimane del maiale dopo averlo utilizzato per coppa e spalla. Presto saremo tutti esperti gourmet e non bisognerà andare fino a Cagliari per gustare la minestra di fregola sarda, e non si dovrà salire sulle colline sopra Asti per mangiare la Robiola di Roccaverano.
Ma il prodotto di nicchia, quello che risponde allo slogan del “poco ma buono”, come farà a riempire gli scaffali del supermercato? La grande distribuzione promette di non forzare la produzione, elemento necessario proprio per evitare che diffondere non voglia dire distruggere. Quindi scaffali sì, ma del buon gusto, con spazi ad hoc, quantità limitate e qualità assicurata. Coop, soprattutto, ma anche Esselunga, Sma e Auchan, Carrefour e Gs, il Gigante, tutte le maggiori insegne della grande distribuzione, stanno aumentando lo spazio destinato alle produzioni tipiche locali: quelle più note, come il prosciutto di Parma, di San Daniele o il Parmigiano, che hanno ottenuto da Bruxelles la denominazione d’origine, ma anche quelle meno conosciute. Oggi nell’ortofrutta, nei formaggi, nei salumi, il 10% dei prodotti presenti nei supermercati sono assolutamente di nicchia, specialità spesso mai uscite fuori dalla zona di produzione.
L’interesse delle grandi catene verso i sapori di una volta ha ricevuto una conferma alla Fieragricola di Verona. Per la prima volta i piccoli agricoltori hanno avuto la possibilità di incontrarsi con i buyer della distribuzione organizzata: non il solito convegno sulle intenzioni, ma veri contatti per mettere in piedi un rapporto di collaborazione diretto tra chi produce e chi vende. «Vogliamo promuovere quel formaggio, quel frutto, quell’olio, magari conosciutissimi a livello locale, ma che spesso non riescono ad arrivare sui mercati», spiega Carlo Barbieri della Coop, uno dei primi gruppi a scendere in campo a difesa dei prodotti alimentari tradizionali, legato da un paio d’anni ad un accordo di collaborazione proprio con Slow Food. "L’obiettivo è - continua Barbieri - di prendere fornitori locali e farli conoscere a livello nazionale, pubblicizzando il loro nome e mettendo a garanzia il nostro marchio. Attenti, però: non tutti i prodotti possono essere portati fuori dai confini dove sono nati, spesso non c’è la quantità sufficiente. Il pericolo di produrre di più è dunque reale un pericolo: per ridurlo al minimo cerchiamo sempre di non forzare la produzione, limitandoci ad acquistare solo quello che abbiamo a disposizione".
Mariangela Galgani


In viaggio alla ricerca del sapori d’Italia perduti:
formaggi, salumi, frutta e verdura


Sicilia
Mandorla di Noto
Prodotto: le mandorle di Noto sono la pizzuta d’Avola, la romana, la fascionello.
Abbinamento vino: Moscato di Pantelleria Cossyra - Misette Casano

Sicilia
Provola dei Nebrodi Prodotto: tradizionale caciocavallo. Il sapore va dal dolce al piccantino.
Abbinamento vino: Merlot Feudo dei Principi di Butera

Emilia Romagna
Salama da sugo Prodotto: tipico di Ferrara, è un salume dai sapori esotici, che sposa gli aromi delle spezie alla sapidità della carne suina e al fruttati del vino rosso.
Abbinamento vino: Drei Donà La Palazza Sangiovese di Romagna Il Pruno Riserva

Piemonte
Robiola di Roccaverano
Prodotto: l’unico caprino storico d’Italia: si produce in Alta Langa Astigiana.
Abbinamento vino: Barbera d’Alba Bruno Rocca

Campania
Alici di menaica Prodotto: l’antica pesca sopravvive solo a Marina di Pisciotta sulla costiera amalfitana. Le alici si mettono sotto sale. Stagionato da 6 mesi a qualche anno.
Abbinamento vino: Greco di Tufo Feudi di San Gregorio

Toscana
Prosciutto del Casentino Prodotto: è un prosciutto affumicato prodotto storicamente nel Casentino.
Abbinamento vino: Crognolo - Tenuta Setteponti

Toscana
Carne di vacca maremmana Prodotto: è una carne salubre garantita dall’allevamento brado nei pascoli della Maremma.
Abbinamento vino: Morellino di Scansano - Tenuta di Belguardo/Mazzei

Umbria
Cipolla rossa di Cannara Prodotto: con la buccia rosso intenso e la polpa bianco ramato, è particolarmente dolce e digeribile. Consigliata la forno.
Abbinamento vino: Rosso di Montefalco Riserva Caprai

Sardegna
Casizolu Prodotto: rarissimo formaggio vaccino, da secoli si produce nel Montiferru, a nord di Oristano.
Abbinamento vino: Terre Brune - Cantina di Santadi

Marche
Lonzino di fico della Vallesina Prodotto: dolce della campagne marchigiane fatto con fichi secchi, mandorle, cedro e anice.
Abbinamento vino: Maximo Botrytis Cinerea Umani Ronchi

Veneto
Asiago stravecchio di malga Prodotto: formaggio rarissimo. Portare una forma all’età di uno o più anni significa pulirla, girarla, controllarla continuamente.
Abbinamento vino: Recioto di Gambellara Passito Podere Il Giangio

Fonte: Corriere della Sera

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