Fagioli, cavoli, pomodori e arachidi, tutti coltivati nelle aiuole cittadine, che da giardini urbani si trasformano così in orti comunitari, contro la piaga della fame: a Montserrado, nel nord-ovest della Liberia, gli agricoltori, raccogliendo l’appello lanciato dalla Fao, hanno trovato negli spazi verdi delle città nuove aree per migliorare la sicurezza alimentare nella regione, dove oggi solo l’1% della popolazione (contro il 70% di prima della guerra) riesce a produrre da sè le materie prime agricole necessarie alla sopravvivenza.
Attualmente circa il 70% della popolazione della Liberia vive nella capitale Monrovia, che si trova proprio nella regione di Montserrado, e la maggior parte è costituita da contadini costretti ad abbandonare le aree rurali durante la guerra. Molti dei nuovi arrivati, non avendo accesso alla terra, hanno affollato baraccopoli sempre più estese e prive dei servizi primari: secondo le stime della Banca Mondiale, oltre la metà dei residenti a Monrovia vive con meno di un dollaro al giorno. Da qui l’appello della Fao a 5.000 abitanti dei centri urbani di Montserrado, Bomi, Grand Bassa, Bong e Margibi ad incoraggiare la produzione agricola utilizzando gli spazi verdi delle città. E’ la risposta è arrivata subito da parte degli agricoltori “cittadini”, e presto accanto alle aiuole sono spuntate piante di peperoncino, cavolo, pomodori, cipolle, fagioli ed arachidi.
Secondo gli esperti, l’aumento di frutta e verdura nella dieta dei liberiani è essenziale per ridurre la malnutrizione cronica che interessa attualmente il 45% dei bambini sotto i cinque anni d’età a livello nazionale.
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