La prima pasta e il primo olio "anti-mafia" arrivano dalla Sicilia, si chiamano "Libera Terra" e vengono prodotti nei campi confiscati ai boss di Cosa Nostra. Si potranno acquistare da oggi al 26 marzo nei supermercati Coop di tutta Italia, contribuendo così al sostegno del progetto varato da Libera (www.libera.it), l’associazione presieduta da Don Luigi Ciotti che si pone come obiettivo il recupero dei beni confiscati dallo Stato ai mafiosi. Dopo anni di abbandono questi terreni vengono oggi coltivati da cooperative sociale di giovani, che stanno dimostrando come combattere il potere della mafia sia davvero possibile.
La cooperativa "Placido Rizzotto" produce ottimo grano seguendo i dettami dell’agricoltura biologica: una materia prima ricca di proteine da cui nasce la pasta "Libera Terra", prodotta in diversi formati. Lavorata a mano nell’antico pastificio di Corleone da esperti maestri che seguono una tradizione secolare, la pasta viene trafilata al bronzo e lasciata poi essiccare per più di 40 ore. "Il risultato è un prodotto unico per gusto e qualità nutrizionali, ma soprattutto un simbolo importante di impegno e rinascita" spiega Gianluca Faraone, giovane presidente della cooperativa. "Le zone - racconta Faraone - comprese tra i comuni di Corleone, San Giuseppe Jato, Monreale, Piana degli Albanesi e San Cipirello, tutti in provincia di Palermo, sono caratterizzate da un elevato numero di beni confiscati alla mafia, tra cui molti ettari di terreno coltivabile. Per rendere produttivo il riutilizzo di questi beni, come previsto dalla legge 109/96, i cinque comuni si sono riuniti nel Consorzio "Sviluppo e Legalità", e hanno cercato a chi affidare la coltivazione delle terre. Nel novembre 2001 si è costituita la cooperativa sociale "Placido Rizzotto" (intitolata al sindacalista di Corleone ucciso dalla mafia), ed è stato stipulato con il Consorzio un contratto in comodato d’uso. La cooperativa è composta da 14 ragazzi del posto, tra cui alcune persone socialmente svantaggiate, come disabili, ex-detenuti ed ex-tossicodipendenti: la finalità della cooperativa è infatti l’uso sociale dei beni confiscati a Cosa Nostra". I campi coltivati dai giovani della cooperativa appartenevano a Totò Riina. Dopo la confisca, avvenuta otto anni fa, è seguito un lungo periodo di abbandono. "Da quando abbiamo ricominciato a lavorare di nuovo queste terre - prosegue Faraone - ci siamo accorti di aver sfatato un radicato luogo comune: abbiamo dimostrato infatti che, dopo il dominio della mafia, anche in queste zone lavorare per conto dello Stato è possibile. L’opportunità che ci ha offerto Coop per la commercializzazione della pasta nei suoi punti vendita è davvero importante: contribuirà al sostegno di questo progetto che è nato e va avanti nel nome della legalità. Contiamo di ripetere in futuro l’iniziativa anche per gli altri nostri prodotti: marmellate, legumi secchi, conserve di pomodoro, meloni e vino".
L’olio extravergine d’oliva "Libera Terra" nasce invece nei terreni confiscati ai boss Bernardo Provenzano e Matteo Messina Denaro a Castelvetrano, nel Trapanese: è proprio qui che l’associazione Casa dei Giovani, guidata da padre Salvatore Lo Bue, sta realizzando da quasi due anni il Progetto Ritrovarsi, programma di reinserimento per ex-tossicodipendenti. "Quarantasei ettari di dominio mafioso - spiega padre Lo Bue - sono stati confiscati e restituiti alla collettività, e adesso danno lavoro e speranza a giovani strappati al tunnel della droga". L’olio, ricco e fragrante, dalla bassissima acidità, è ricavato con metodi di agricoltura biologica dalla famosa oliva Nocellara del Belice, la più pregiata della Sicilia. "In questi anni - continua padre Lo Bue - abbiamo lavorato per realizzare una vera propria azienda agricola condotta scientificamente, anche con l’aiuto della facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Palermo. Da qualche tempo è arrivato il minifrantoio, che permette la spremitura a freddo delle olive e migliora la qualità del prodotto finale. Il ricavato della vendita del nostro olio è interamente destinato a borse-lavoro per sostenere i nostri ragazzi, che nel loro passato di tossicodipendenti sono stati vittime e a volte collaboratori della mafia stessa, e che ora hanno raggiunto una coscienza civile tale da renderli liberi nei confronti dei condizionamenti delle economie illegali".
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