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DAL CONVEGNO DELL’ELBA NUOVO SLANCIO PER LE “ISOLE DEL VINO”: L’OIV LE VUOL TUTELARE COME "PATRIMONIO CULTURALE DELL’UMANITA’"

“La vitivinicoltura insulare meriterebbe una sempre maggiore attenzione per il ruolo di difesa ambientale che svolge in un agricoltura residuale come quella delle isole. Ma, purtroppo, non ha trovato lo spazio che meritava nell’ultima Ocm Vino. Come Regione Toscana - ha detto Tito Barbini, assessore regionale all’agricoltura - nelle graduatorie per le domande di nuovi impianti è in programma di privilegiare tutte le viticolture difficili, da quelle insulari a quelle di montagne a quelle terrazzate”. La comunicazione è stata effettuata a Rio Marina (Isola d’Elba), dove si è svolto il nuovo incontro del neonato “Comitato internazionale delle isole vitivinicole”, che da tempo si è mobilitato per attirare l’attenzione sul problema della salvaguardia della coltura della vite nelle isole. L’incontro, a cui tra gli altri hanno partecipato George Dutruc-Rosset, direttore generale dell’Office International de la Vigne et du Vin (Oiv), il professor Mario Fregoni e Michel Borqui, consulenti scientifici, oltre a numerosi viticoltori in rappresentanza dell’isola di Malta, della Corsica, della Grecia, della Sardegna e delle isole di Salina, Ischia ed Elba, si è tenuto nel convegno dedicato alle “Strade del vino e le vie del mare”, patrocinato dal Ministero delle Politiche Agricole, dalla Regione Toscana, con la collaborazione della Provincia di Livorno. Il Comitato, presieduto da Yves Leccia del CivCorse, attualmente sta raccogliendo la documentazione per far classificare, a cura dell’Office International de la Vigne et du Vin (Oiv), le viticolture insulari e farle iscrivere dall’Unesco in un libro d’oro come “patrimonio culturale dell’umanità” ottenendone la salvaguardia.

Andrea Gabbrielli

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