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LA NUOVA EUROPA

Dal vino come prodotto agricolo al “no” a nuove misure restrittive: le richieste Fivi all’Europa

In vista delle elezioni europee è stato pubblicato il “Manifesto”, di concerto con la Confederazione Europea dei Vignaioli Indipendenti (Cevi)
CEVI, Europa, PAC, VIGNAIOLI INDIPENDENTI, vino, Italia
I Vignaioli indipendenti rappresentato quasi 1.700 viticoltori

Ormai le elezioni europee del 6-9 giugno sono in arrivo e anche il mondo del vino guarda interessato a proposte, persone e schieramenti perché il futuro di questo prodotto non può non passare dalle decisioni prese nei vertici del Vecchio Continente. Un mondo del vino che presenta alcuni candidati che puntano a Strasburgo, con le realtà di riferimento che hanno già avanzato le proprie richieste, è il caso della Uiv (Unione Italiana Vini), o lanciato un Manifesto per il futuro del settore, come ha fatto la Ceev (che, per l’Italia, conta, tra i suoi membri, Federvini e Unione Italiana Vini - Uiv) ma anche la Fivi (Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti, realtà che sfiora quota 1.700 viticoltori, ndr), di concerto con la Confederazione Europea dei Vignaioli Indipendenti - Cevi, un documento che parte da un presupposto: oltre metà delle normative che regolano il settore vitivinicolo vengono elaborate, discusse e approvate a Bruxelles.
Per questo motivo anche per i Vignaioli Indipendenti (Fivi) è fondamentale trasmettere le proprie posizioni alle candidate e ai candidati al Parlamento Europeo, a pochi giorni dalle elezioni europee ed alla vigilia di una nuova legislatura. Fivi, di concerto con la Confederazione Europea dei Vignaioli Indipendenti (Cevi), ha così elaborato un proprio “Manifesto”, suddiviso in cinque punti prioritari e inviato nei giorni scorsi ai candidati italiani, per sensibilizzarli sull’importanza di legiferare in modo efficace, coerente e armonioso, per garantire un futuro al comparto vitivinicolo europeo
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“Il vino non è semplicemente una bevanda alcolica, ma è innanzitutto un prodotto agricolo - spiega Lorenzo Cesconi, vignaiolo in Trentino e presidente Fivi - questo è il caposaldo non solo del nostro “Manifesto”, ma di tutto l’impegno che mettiamo e metteremo in campo per tutelare la viticoltura italiana ed europea. I Vignaioli sono protagonisti di un modello produttivo sostenibile in ogni fase della filiera: in campagna, in cantina, sul mercato. Senza viticoltura non c’è paesaggio rurale storico, non c’è tutela territoriale contro il dissesto idrogeologico, c’è abbandono della terra e spopolamento delle aree interne. Senza Vignaioli, il mercato del vino sarebbe appannaggio di prodotti industriali avulsi dal territorio. Alle istituzioni europee diciamo: non chiediamo semplicemente sussidi, ma il riconoscimento del nostro ruolo e una strategia coerente che punti a una riforma strutturale del sistema vitivinicolo europeo, all’altezza dei grandi cambiamenti in atto, climatici, geopolitici e di consumo”.
Nei cinque punti, in cui si articola il “Manifesto”, firmato da Fivi e Cevi, si trova il riconoscimento del vino come prodotto agricolo, riformando la Pac in modo più inclusivo per i piccoli produttori; la sostenibilità economica, attuando misure che riducano i costi di produzione, semplifichino le vendite e rendano più semplice, efficiente e competitiva la conduzione delle piccole imprese vitivinicole; la sostenibilità ambientale, con il sostegno alla transizione agroecologica e la ricerca di nuove tecniche agronomiche, non puntando tutte le carte solo sulle tecnologie di evoluzione assistita; la sostenibilità sociale, rafforzando il raccordo tra aziende agricole e territorio, valorizzando le esternalità positive delle imprese verticali. Infine, la richiesta di non imporre nuove misure restrittive sul consumo moderato e consapevole di vino, sostenendo con forza l’obiettivo di combattere l’abuso e il consumo dannoso. “Nelle prossime settimane incontreremo tutti i candidati che avranno piacere e interesse a confrontarsi con noi - conclude Cesconi -. Il futuro del sistema vitivinicolo europeo non riguarda solo i quasi 3 milioni di addetti che lavorano direttamente o indirettamente nel settore, ma tutta la società europea e le comunità territoriali, generando 130 miliardi di euro di Pil, 52 miliardi di euro di entrate fiscali e attirando oltre 36 milioni di turisti del vino (dati Ceev, ndr): chi avrà l’onore e l’onere di sedere in Parlamento europeo, è importante che ne sia consapevole e conosca a fondo un settore così importante per il futuro dell’Europa”.

Focus - Il Manifesto dei Vignaioli Indipendenti - 2024, verso le elezioni europee
Nelle prossime elezioni europee, la Fivi, di concerto con la Confederazione Europea dei Vignaioli Indipendenti (Cevi) e le altre Federazioni nazionali, coglie questa preziosa occasione per trasmettere le proprie posizioni ai candidati alla vigilia di questa nuova legislatura, dato che Bruxelles detta oltre il 50% delle normative del settore vitivinicolo.
La viticoltura: una pietra miliare dell’economia europea. Il settore vitivinicolo contribuisce in modo vitale all’economia dell’Unione Europea, generando 130 miliardi di euro di Pil, 52 miliardi di euro di entrate fiscali, 2,9 milioni di posti di lavoro diretti e indiretti e attirando oltre 36 milioni di turisti del vino. Il settore rappresenta una forza economica fondamentale in tutte le nazioni europee, favorendo la prosperità, la vitalità e l’attrattività delle regioni in cui i vigneti prosperano e garantendo il futuro delle prossime generazioni. In questo contesto, i vignaioli indipendenti, oltre 200.000 in Europa, occupano una posizione cruciale, a capo delle loro piccole e medie imprese familiari (Pmi). Agricoltori, artigiani e commercianti allo stesso tempo, i vignaioli indipendenti incarnano un approccio unico nella produzione del vino, dal vigneto alla tavola, che è essenziale preservare. Ecco come sostenerli.
1. Il vino, un prodotto agricolo
Il vino non è semplicemente una bevanda alcolica industriale, ma è innanzitutto un prodotto agricolo e artigianale. Per questo motivo rientra nella sfera di regolamentazione della Politica Agricola Comune (Pac), in particolare nell’ambito dell’Organizzazione Comune di Mercato (Ocm). Fivi, insieme a Cevi, si batte per il mantenimento di questo quadro normativo e del suo bilancio, garantendo l’inclusione dei piccoli produttori all’interno della Pac. Quest’ultima infatti fornisce un sostegno essenziale alla viticoltura, tra cui il regime di autorizzazione all’impianto e le misure di aiuto come gli investimenti, la ristrutturazione dei vigneti o la promozione nei Paesi terzi, che consentono al settore vinicolo di rimanere leader sulla scena mondiale. Per questo motivo, è indispensabile per il futuro che il vino mantenga la sua classificazione come prodotto agricolo. Infine, nella tutela del vino quale prodotto agricolo, Fivi considera urgente, anche alla luce del ruolo riconosciuto ai Consorzi di tutela nella gestione delle produzioni, rivedere i criteri di rappresentanza all’interno di questi, al fine di garantire la presenza di tutti gli attori della filiera produttiva.
2. Garantire la sostenibilità economica
Garantire l’accesso al mercato unico e ridurre gli oneri burocratici per le piccole imprese Particolarmente allarmata dall’ostacolo rappresentato dalle accise sulla commercializzazione dei vini all’interno del mercato unico, i Vignaioli Indipendenti sostengono da anni l’istituzione di uno “sportello unico” per le accise. Tale misura migliorerebbe in modo significativo la vendita a distanza all’interno dell’Ue, a vantaggio sia dei produttori che dei consumatori. Non solo attenuerebbe il rischio di frode, ma consentirebbe anche ad un maggior numero di vignaioli di offrire i propri prodotti all’interno dell’Ue, migliorando così la fluidità del mercato unico. Garantire la sostenibilità economica delle Pmi a conduzione familiare gestite da vignaioli indipendenti significa anche alleggerire gli oneri amministrativi che ne ostacolano la competitività. Queste piccole aziende non possiedono spesso le risorse umane necessarie per applicare le regole che sono state create per le grandi imprese e le multinazionali. È quindi necessario assicurarsi che i regolamenti non privino queste imprese del sostegno dell’Ue e dei suoi Stati membri e non ne ostacolino lo sviluppo. Inoltre, le Pmi di vignaioli indipendenti hanno bisogno che il quadro normativo del settore vitivinicolo sia flessibile, in modo da potersi adattare e superare le difficoltà economiche. Questo obiettivo implica la proroga delle autorizzazioni all’impianto in scadenza.
Assicurare l’accesso ai Paesi terzi
Nel 2022, le esportazioni di vino dagli Stati membri dell’Ue sono state pari a 17,9 miliardi di euro, generando un avanzo commerciale di 15,9 miliardi di euro, che rappresenta il 22% della bilancia commerciale alimentare dell’Ue. Risulta quindi fondamentale rafforzare la reputazione dei vini dell’Ue e ottimizzare i loro sforzi di marketing per espandere la loro quota di mercato. Ciò comporta l’attuazione di strategie sempre più competitive sulla scena globale, tra cui accordi di libero scambio (Fta), iniziative promozionali e misure di facilitazione (sostegno all’esportazione), tutte orientate a conquistare in modo più efficiente nuovi mercati nei Paesi terzi. Per quanto riguarda gli accordi di libero scambio, si propone di includere i vini e gli alcolici in accordi commerciali limitati, a beneficio dei soli settori economici strategici. Ciò consentirebbe al settore vinicolo di espandere la propria quota di mercato sui mercati globali senza essere in contrasto con gli altri settori agricoli che protestano contro gli Fta. Inoltre, i Vignaioli Indipendenti europei subiscono il pesante impatto di dispute commerciali come quella che ha coinvolto Airbus e Boeing nel 2021. Le tariffe imposte durante questa controversia sono attualmente solo sospese. Per porre fine a questa situazione insostenibile, si sollecita ogni sforzo possibile per ottenere l’abolizione permanente di queste sanzioni tariffarie. Infine, nell’ambito delle misure di sostegno al settore vitivinicolo, Fivi considera urgente un ripensamento dell’intervento Ocm Promozione Paesi Terzi, richiedendo come punto di partenza uno studio di impatto da parte della Commissione sui risultati che la misura ha portato ai diversi Paesi in questi anni.
Sostenere il settore nelle difficoltà economiche
La posizione del settore vitivinicolo sui mercati globali è precaria e vulnerabile, come hanno dimostrato i recenti eventi: si pensi alle conseguenze della Brexit, alla disputa commerciale tra Airbus e Boeing, alla situazione geopolitica globale, alla crisi sanitaria e all’aumento dei costi dell’energia. È quindi fondamentale creare una struttura di sicurezza, come un fondo di emergenza, per proteggere i vignaioli indipendenti dalle sfide e dalla perdita di quote di mercato che possono derivare da tali situazioni. Inoltre, gli Stati membri devono essere autorizzati a sostenere gli operatori economici come i vignaioli indipendenti quando la situazione richiede un intervento pubblico. A tal fine, la Commissione deve fornire agli Stati membri una “cassetta degli attrezzi” europea in cui possano scegliere le misure più adatte alla propria situazione nazionale, comprese quelle relative alla gestione del potenziale viticolo. Infine, per quanto riguarda l’assicurazione del raccolto, il numero crescente di eventi meteorologici dimostra che il riferimento storico delle rese basato sulla media olimpica e utilizzato per calcolare l’indennizzo assicurativo è irrilevante e rende l’assicurazione progressivamente inefficace. Di conseguenza, la Cevi chiede all’Ue di modificare il proprio regolamento in modo che l’assicurazione del raccolto possa fare riferimento a una “media senza eventi meteorologici”.
3. Favorire la sostenibilità ambientale
I vignaioli indipendenti europei hanno sviluppato una serie di pratiche rispettose dell’ambiente e la maggior parte di loro ha ottenuto una certificazione ambientale per i propri vini. Grazie al loro coinvolgimento “dalla vigna alla tavola”, i vignaioli sono dei validi alleati nella lotta contro il riscaldamento globale e il degrado ambientale. I loro contributi spaziano dal mantenimento del carbonio nel suolo alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica attraverso il riciclo delle bottiglie, dai progressi dell’agro-ecologia al ruolo centrale della vite nella lotta contro gli incendi. Il ruolo ambientale della viticoltura è innegabile. Eppure, gli ultimi anni hanno dimostrato che l’Europa meridionale sta bruciando, mentre altri vigneti sono regolarmente colpiti da gelate o grandinate, e non si fa nulla per fermare questi danni. Pertanto, le politiche europee dovrebbero sostenere le aziende vinicole indipendenti e fornire loro gli strumenti per combattere efficacemente il cambiamento climatico, non solo attraverso lo sviluppo delle cosiddette nuove tecniche genomiche, ma anche investendo nella ricerca di nuove tecniche agronomiche, così da fornire degli strumenti alternativi ai vignaioli.
4. Mantenere la sostenibilità sociale
Nelle zone rurali, i vignaioli indipendenti, con la loro struttura di Pmi radicate nelle regioni, offrono numerose opportunità di lavoro. Tali posti di lavoro sono un veicolo di integrazione sociale per gli occupati e contribuiscono a contrastare lo spopolamento delle aree rurali sostenendo un mercato del lavoro stabile e in crescita. È quindi necessario facilitare i processi di assunzione dei lavoratori stagionali e sostenere i processi di formazione dei dipendenti qualificati per rafforzare questo settore occupazionale e migliorare ulteriormente il contributo dei vignaioli indipendenti europei alla sostenibilità sociale. Inoltre, la produzione di vino occupa una posizione di rilievo nella storia e nella cultura europea. Nel tempo, la viticoltura ha favorito una precisa “art de vivre”, attirando un numero considerevole di turisti nelle regioni vitivinicole. L’enoturismo emerge come un importante motore economico che deve essere stimolato e sviluppato, in particolare migliorando l’accesso alle aree enoturistiche. Per questo motivo, nell’ambito dei suoi sforzi per raggiungere la sostenibilità sociale, l’Ue deve sostenere l’enoturismo sviluppando una normativa europea in materia. Inoltre, l’Ue dovrebbe incoraggiare il dialogo tra gli Stati membri e i vignaioli indipendenti, al fine di sviluppare programmi che consentano ai visitatori di scoprire le regioni vitivinicole. Le misure di promozione della Pac relative all’enoturismo dovrebbero essere destinate in via prioritaria alle aziende verticali, come quelle dei vignaioli indipendenti. Inoltre, le federazioni nazionali dei vignaioli indipendenti, essendo attori chiave nello sviluppo delle iniziative di comunicazione enoturistica dei loro membri, dovrebbero poter beneficiare da tali misure.
5. Il vino, un prodotto della società
In Europa, a partire dall’8 dicembre 2023, il vino è diventato il primo prodotto a fornire informazioni nutrizionali obbligatorie in formato digitale, mostrando l’approccio all’avanguardia di un settore intenzionato a rispettare gli obblighi di trasparenza nei confronti dei consumatori in modo pragmatico. Tuttavia, la sensibilizzazione sulle conseguenze del consumo nocivo di alcolici passa soprattutto attraverso l’educazione. I vignaioli indipendenti, che vendono direttamente ai consumatori una parte significativa della loro produzione, sono quindi nella posizione ideale per trasmettere ai consumatori messaggi e raccomandazioni sul loro vino. Pur sostenendo con forza l’obiettivo di combattere il consumo dannoso, la Cevi sottolinea che il consumo moderato di vino non dovrebbe essere soggetto a misure restrittive. In conclusione, è importante riconoscere la natura specifica dei vignaioli indipendenti europei. Direttamente coinvolti in ogni aspetto della produzione e della commercializzazione dei loro vini, essi incarnano il contributo che la viticoltura dà all’Unione Europea. Oltre ai benefici economici, i vignaioli indipendenti rappresentano una forza sociale, ambientale e culturale nel cuore dell’Europa. Con le loro interazioni quotidiane sia con l’imprevedibilità del clima che con i consumatori, essi incarnano un progetto europeo fondato sulle nostre regioni, che rispetta uomini e donne e si sforza di preservare l’ambiente. Per continuare la loro missione, i vignaioli indipendenti europei hanno bisogno del sostegno dei futuri europarlamentari di tutta l’Unione Europea, in particolare attraverso la creazione di un Intergruppo, che sottolinei il valore che essi attribuiscono all’aiuto di questi soggetti essenziali per il paesaggio agricolo europeo.

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