L’aggregazione, lo dicono in tanti, è una strada quasi obbligata per tante cantine italiane che vogliono restare competitive sul mercato nazionale e mondiale. E il mondo cooperativo sembra avere capito l’antifona: ecco “Cantine Vi.Vo” (Cantine Viticoltori Veneto Orientale), nata dalla fusione tra la Cantina di Campodipietra e la Cantine Produttori Riuniti del Veneto Orientale. Un gigante che conta 8 stabilimenti produttivi, una base sociale di 2.120 persone, oltre 3.200 ettari di vigneto per più 500.000 quintali di uve prodotte in media ogni anno, e un fatturato di oltre 30 milioni di euro. A dare la notizia è Fedagri-Confcooperative, che sottolinea l’importanza dell’aggregazione come strada per la crescita e la competitività del comparto”. Con questa fusione, dunque, nasce “una delle principali cooperative vitivinicole italiane, con un bilancio consolidato del gruppo, a cui partecipano anche Viticoltori Bosco e Gruvit, che supererà i 50 milioni di euro” si legge. “La fusione - spiegano Corrado Giacomini e Ircano De Lucca, presidenti delle cantine protagoniste - è finalizzata alla razionalizzazione e alla ottimizzazione della gestione dell’offerta, e al miglioramento quantitativo e qualitativo della produzione nel panorama vitivinicolo italiano, che patisce ancora un elevato grado di polverizzazione delle imprese, malgrado le sfide che deve affrontare su tutti i mercati”.
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