Dalla Pac alla battaglia europea sull’origine dei prodotti, dagli organismi pagatori pubblici del settore agricolo alla cementificazione dei terreni agricoli fino alla questione dell’etichettatura: ecco, per il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania, nell’Assemblea Coldiretti, oggi a Roma, i temi caldi del settore. Prima di tutto la Pac, perché “le risorse della Pac, e su questo ci metto la faccia in prima persona, andranno solo a chi fa agricoltura. Non farò mediazioni: non più un euro a chi non è davvero imprenditore agricolo, a chi non vive di agricoltura”. Anche perché, il negoziato a Bruxelles è di quelli duri, “il Governo mi sta aiutando nella sua interezza, tenendo sempre a mente in modo chiaro gli interessi dell’agricoltura italiana. In particolare quelli di uno sviluppo rurale diverso rispetto a quello fatto finora e che deve essere ricentrato sulle esigenze delle imprese. Basta con soldi persi su robe che non ci interessano e che non sono l’impresa agricola”.
Ma per Bruxelles passano tante altre battaglie, come quella sul riconoscimento dell’origine dei prodotti agroalimentari: “una battaglia etica - l’ha definita il Ministro - alla quale non ho intenzione di sottrarmi. Vogliamo una normativa che riconosca, in modo evidente, qual è l’origine dei prodotti sia per quelli tal quali sia per i prodotti trasformati. L’agricoltura non ha la reputazione che si merita perché in molti casi il mercato globalizzato non riconosce il prodotto e il consumatore non viene messo in grado di riconoscere la qualità italiana”. Tutto un problema di remunerabilità, del giusto riconoscimento del valore del lavoro svolto nei campi e solo dopo, eventualmente, nelle industrie di trasformazione, che l’istituzione di un’etichettatura trasparente potrebbe aiutare e non poco, un regolamento dall’iter incredibilmente lento, come ricorda la stessa Coldiretti: tra la sua predisposizione, varo e applicazione, registra infatti un record di lentezza di quasi nove anni (3.240 giorni).
Ma non è che i problemi, e le soluzioni, riguardino solo Bruxelles, ovviamente. A Roma tiene banco la questione della “spending review”, e quindi le inefficienze della Pubblica Amministrazione del settore agricolo, “dove abbiamo un modello, quello degli organismi pagatori, che non va: voglio voltare pagina e spero di riuscirci già oggi pomeriggio”, ovviamente in Consiglio dei Ministri, anche se non si è lasciato sfuggire altro sul modo in cui il Ministro vorrebbe cambiare le cose. Un altro problema, drammatico, è quello della cementificazione dei terreni agricoli: “negli ultimi anni ci siamo mangiati 5 milioni di ettari agricoli: la cementificazione delle pianure è diventata una follia collettiva che dobbiamo fermare. Presenteremo un dossier e proposte concrete per fermare questo processo, perché non possiamo lasciare alle generazioni future un territorio compromesso”. La carne al fuoco è davvero tanta, e l’asse Roma-Bruxelles non è mai stato così caldo, adesso non resta che aspettare che le questioni salienti vengano affrontate, e sperare che in Europa passi la linea italiana, e che a Roma ci si ricordi di quanto l’agricoltura sia ormai l’unico settore in salute del Belpaese.
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