02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

DALLA TENUTA TOSCANA DEI FRATELLI MURATORI ARRIVANO I VINI CON IL POTERE ANTIOSSIDANTE ACCRESCIUTO. IL SEGRETO? LA VITICOLTURA SIMBIOTICA CHE, PRIMO CASO IN ITALIA, RUBBIA AL COLLE PRATICA DA ANNI. LO CERTIFICA IL CNR-CONSIGLIO NAZIONALE RICERCHE

Italia
Bruno Muratori e Francesco Iacono alla consegna dell’Oscar del Vino di Bibenda - Sommelier

Dalla dependance toscana dei fratelli Muratori, Rubbia al Colle in Suvereto, arrivano vini con il potere antiossidante accresciuto. Il segreto? La “viticoltura simbiotica”, che, primo caso in Italia, Rubbia al Colle pratica ormai da anni. Ed è il Cnr - Consiglio Nazionale delle Ricerche a certificare che i vini prodotti in Toscana, nella tenuta di Suvereto dei fratelli Muratori, seguendo una “viticoltura simbiotica”, hanno un potere antiossidante accresciuto, rispetto a quelli ottenuti da agricoltura integrata e biologica. “Il confronto sperimentale è stato fatto - si legge in una nota stampa dei Fratelli Muratori, una delle più famose aziende delle “bollicine” di Franciacorta - con Sangiovese e Cabernet Sauvignon vendemmia 2010, provenienti da tre diversi metodi di coltivazione: da viticoltura biologica, da viticoltura integrata e, appunto, da viticoltura simbiotica, adottata dalla tenuta toscana di Rubbia al Colle, la prima cantina della Val di Cornia ad utilizzare questo metodo che consiste nell’inoculo di batteri e funghi micorrizici (cioè, simbiotici con la pianta ospite) nel terreno che circonda le radici della vite. Questo trattamento di arricchimento del suolo, proprio nella zona radicale della pianta, porta tutta una serie di miglioramenti sia alla saluta della pianta stessa che alla sua capacità di restituire dei frutti qualitativamente superiori.
I risultati non hanno lasciato dubbi: se tra viticoltura biologica e integrata non ci sono significative differenze, praticamente si equivalgono, la vera e propria differenza si è vista con i vini prodotti con viticoltura simbiotica.
Per i campioni prodotti a Rubbia al Colle, con questa particolare tecnica agronomica, i risultati sono stati decisamente importanti. Il potere antiossidante ottenuto dal Cabernet Sauvignon è risultato il 33% superiore ai vini prodotti con agricoltura integrata e biologica e, nel caso del Sangiovese, l’incremento del potere antiossidante è stato addirittura del 55%.

Focus - Che cos’è la viticoltura simbiotica
L’agronomia anche della vite si è occupata principalmente della pianta (fusto e foglia) considerando il suolo unicamente come un mero substrato nutrizionale. In realtà la pianta è un’unità funzionale, che ha il suo fondamento nel rapporto con il suolo e con gli organismi che in esso vivono. Qui vivono microorganismi, che vengono solitamente individuati nel “consorzio microbiologico” della rizosfera (cioè la porzione di suolo che circonda le radici delle piante, da cui assorbono i nutrienti essenziali e l’acqua necessaria per crescere. Presenti nella rizosfera oltre alle radici, ulteriori componenti biotiche quali ad esempio: microorganismi simbiontici, batteri benefici e patogeni, funghi micro e macroscopici). Grazie a questa moltitudine di agenti simbiotici (che vivono quindi in stretto legame con la pianta, la quale li mantiene in vita e alla quale apportano dei giovamenti), la pianta ottiene maggiore resistenza agli stress idrici, maggiore capacità di produrre antiossidanti, maggiore resistenza agli attacchi dei patogeni. In questo senso, è dunque possibile ridefinire la vocazionalità di un terroir nell’interazione fra “suolo-clima-varietà-gestione”. Se, infatti, la zonazione, attraverso la comparazione tra i dati climatico-ambientali e quelli organolettico-qualitativi dei vini prodotti in un determinato luogo, ci aiuta ad intuire se un territorio è più o meno vocato per la viticoltura, ancora non riusciamo però a cogliere appieno il motivo per cui un determinato territorio sia vocato o perché lo sia in modo nettamente superiore ad un territorio geograficamente molto vicino, ma qualitativamente assai più scadente. Insomma, non possiamo raggiungere una piena comprensione di questa dinamica soltanto considerando i dati climatici, geologici, chimici e strutturali di un dato ambiente pedoclimatico. Nasce da qui l’idea di Francesco Iacono, enologo di Arcipelago Muratori, di approfondire operativamente il mondo microscopico della rizosfera per una completa comprensione della vocazionalità di un terroir e per produrre vini qualitativamente sempre più importanti e pienamente originali. La tecnica è molto semplice: si opera un inoculo di batteri e funghi micorrizici nel terreno che circonda le radici della vigna. Questo trattamento di arricchimento del suolo, proprio nella zona radicale della pianta, porta tutta una serie di miglioramenti sia alla saluta della pianta stessa che alla sua capacità di restituire dei frutti qualitativamente superiori.
L’uso e il potenziamento dei “consorzi microbiologici” (micorrize (particolare tipo di associazione simbiotica tra un fungo ed una pianta superiore, localizzata nell’apparato radicale e che si estende, alla rizosfera e nel terreno circostante) funghi e batteri che naturalmente costituiscono la rizosfera) determinano un equilibrio della vita microbiologica del terreno e un minore uso di sostanze esogene in viticoltura che, a sua volta, determina una maggiore espressione dell’ambiente e della naturalità. Ma anche l’arricchimento di sostanza organica per il terreno, l’aumento dell’estensione radicale delle viti fino, l’aumento dell’assorbimento radicale di macroelementi e microelementi presenti nel terreno (anche quelli non accessibili direttamente dall’apparato radicale delle piante stesse), la riduzione della necessità di concimazione minerale, la riduzione del dilavamento e quindi la diminuzione dell’inquinamento della falda acquifera, un maggiore sviluppo vegetativo, un aumento della tolleranza delle viti alla siccità, un aumento delle capacità immunitarie delle viti e l’uso di soli microrganismi per la difesa della vite e quindi assenza di qualsiasi composto chimico nel terreno.

Focus - L’attività antiossidante del vino
L’attività protettiva del vino rosso e dei costituenti polifenolici maggiormente rappresentativi contro il danno ossidativo, è ormai dimostrata da molti studi scientifici, che si arricchiscono via via di altri contributi sulle proprietà salutistiche del vino rosso o dei polifenoli isolati. Le sostanze polifenoliche, eminentemente presenti nei vini rossi, più importanti e in grado di svolgere questa preziosa funzione sono: l’acido gallico, la malvidina, la quercetina, la epicatechina e l’ormai celebre resveratrolo (stilbene).

Focus - L’Arcipelago Muratori
L’Arcipelago Muratori, il progetto enologico dei Fratelli Muratori, rimanda già dal suo nome a quattro “isole” distinte, in ognuna delle quali viene prodotto il vino più in sintonio con il proprio terroir di appartenenza: spumante metodo classico in Franciacorta, a Villa Crespia, Rosso da Sangiovese e da taglio bordolese nella Maremma Toscana, a Suvereto nella Tenuta Rubbia al Colle, vini bianchi in Campania, nel Sannio Beneventano nella Tenuta Oppida Minea e nell’isola di Ischia nella Tenuta Giardini Arimei. L’Arcipelago Muratori nasce nel 1999 dalla decisione dei fratelli Muratori, imprenditori tessili, di diversificare la loro attività, investendo in agricoltura.
Info: www.arcipelagomuratori.it

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli