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DAVID GAETA, CONSIGLIERE DELEGATO DELL’UNIONE ITALIANA VINI, LA "CONFINDUSTRIA" DEL VINO, CHIEDE “AL GOVERNO DI RIVEDERE LE POLITICHE DI SETTORE”

Italia
David Gaeta, consigliere delegato dell'Unione Italiana Vini

“Il Governo deve affrontare, nella stesura della futura manovra economico-finanziaria, anche la revisione delle politiche del settore del vino. Non tanto o non solo perché si tratta di un settore che coinvolge decine di migliaia di aziende, centinaia di migliaia di persone e diverse migliaia di miliardi di fatturato, ma perché resta tra i pochi a mantenere il segno positivo nella bilancia commerciale dell’Italia, perché porta nel mondo l’immagine e l’orgoglio di cose fatte bene e che ci fanno onore. Non tanto e non solo per tutto questo, ma perché l’intervento di revisione delle regole del settore rappresenta un potenziale ottimo pretesto per riflettere su un tema più ampio, il rapporto tra Stato e Mercato, questo sì un problema che abbraccia la matrice stessa della nuova politica economica del Paese”.

David Gaeta, docente di marketing all’Università di Milano e consigliere delegato dell’Unione Italiana Vini, la “Confindustria” del vino, aggiunge inoltre “che servono un pacchetto di misure, urgentissime, che trovano una naturale sede nel disegno di legge Finanziaria allo studio del Governo: in particolare, alla necessità di considerare l’acquisto di terreni e la ristrutturazione dei vigneti come beni strumentali per la produzione e, dunque, di prevedere la possibilità di inserirli, per le società di capitale, nella cosiddetta Tremonti-bis. Una proposta, questa, che muove dalla considerazione che, per l’imprenditore vitivinicolo, il vigneto è il corrispondente strumentale di produzione di una macchina o di un capannone per un produttore industriale. Non si capisce, infatti, perché debba essere esclusa dalla Tremonti l’impresa vitivinicola che ha reinvestito i propri utili nell’acquisto di nuovi vigneti”. Gaeta, inoltre, aggiunge anche una seconda proposta “che riguarda la defiscalizzazione delle spese di rappresentanza quali promozioni, pranzi e degustazioni in azienda che rappresentano per il settore la principale, se non unica, forma di comunicazione e di marketing a disposizione, essendo praticamente inaccessibile il canale tradizionale delle spese pubblicitarie sui media a larga utenza”.

Il consigliere delegato dell’Unione Italiana Vini giudica le sue proposte misure efficaci ed importanti in questo momento: “rappresentano - spiega - davvero una molla alla competitività ed appaiono più efficaci e immediatamente applicabili rispetto ad una politica basata sull’artificio del sostegno dei prezzi, delle distillazioni, delle restituzioni, degli aiuti all’arricchimento e dei mille rivoli di demagogia che hanno tristemente caratterizzato la politica agro-alimentare degli ultimi 40 anni”.

L’Unione Italiana Vini giudica inoltre “problemi di primo ordine, e quindi di urgente intervento, anche la revisione del sistema sanzionatorio del settore vinicolo, e la reperibilità di manodopera per i lavori occasionali, di cui la vendemmia è un esempio eclatante”.

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