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MERCATI INTERNAZIONALI

Dazi: nella nuova querelle tra Usa ed Ue su Airbus, a rimetterci potrebbe essere anche il vino

Trump minaccia nuovi dazi in risposta agli aiuti Ue ad Airbus, che avrebbero danneggiato l’americana Boing. Vino e formaggi le possibili vittime
DAZI, USA, vino, Mondo
Trump minaccia nuovi dazi per le importazioni in Usa, tra le vittime possibili anche il vino

La guerra dei dazi tra Usa e resto del mondo sembrava sopita, e invece no: Donald Trump è pronto a una nuova ondata di dazi contro l’Europa in risposta agli aiuti della Ue ad Airbus, la rivale di Boeing. E, da quanto riporta l’Ansa, le nuove misure potrebbero colpire anche vino e formaggi, oltre che settori della meccanica come elicotteri e motociclette. Ennesimo annuncio che spinge a tenere l’attenzione altissima anche per il settore enoico, coinvolto suo malgrado in diatribe che poco hanno a che fare con i produtturi d’Italia e d’Europa, che hanno proprio negli Stati Uniti il primo e fondamentale mercato straniero di riferimento per il vino e per le eccellenze agroalimentari.
Usa che, come ricorda da Vinitaly la Coldiretti, rappresentano il principale mercato di sbocco del vino Made in Italy con un valore di 1,5 miliardi, con un aumento record del 4% nel 2018, trainato dal continuo incremento delle esportazioni di spumanti italiani, specie dal Prosecco, che nel 2018 ha toccato un valore di 333 milioni, con un balzo del 13%.

L’Italia, sottolinea la Coldiretti, è il primo paese fornitore di vino e spumante con oltre 1/3 del mercato complessivo in valore davanti alla Francia (28%). In pericolo ci sono anche altri prodotti simbolo dell’agroalimentare nazionale a partire dall’olio di oliva con le esportazioni che nel 2018 sono state pari a 436 milioni ma ad essere minacciati sono anche i formaggi italiani che valgono 273 milioni. Nella black list ufficiale divulgata dall’Amministrazione statunitense sono citati espressamente tra gli altri gli spumanti e il Marsala tra i vini, ed il pecorino tra i formaggi, ma sono a rischio anche gli agrumi, l’uva, le marmellate, i succhi di frutta, l’acqua e i superalcolici tra gli alimentari e le bevande colpite. Il valore complessivo delle esportazioni agroalimentari italiane negli Usa è pari a 4,2 miliardi e rappresenta circa il 10% del totale delle esportazioni nazionali che è di 42,4 miliardi nel 2018 secondo una analisi Coldiretti su dati Istat.

“Si tratta dunque di evitare uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati”, ha commentato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, aggiungendo che “gli Usa si collocano al terzo posto tra i principali italian food buyer dopo Germania e Francia, ma prima della Gran Bretagna”.
Notizia, quella di possibili dazi, che arriva nel bel pieno di Vinitaly, e non sono mancate, ovviamente, le reazioni. “Mettere i dazi non serve a niente, perché dazio chiama dazio. Se Trump mette i dazi sull’Italia, noi li metteremo sugli Stati Uniti e di nuovo Trump li metterà su vari prodotti. Così ci saranno problemi per tutti coloro che importano ed esportano”, ha detto il Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio. “Negli ultimi tempi si sono ripetuti allarmi di questo tipo che hanno condizionato i mercati e le filiere di riferimento. La nostra opinione è quella che si debba fare leva sull’azione diplomatica dell’Unione Europea nell’auspicio che, in questa come in altre occasioni, il problema commerciale possa rientrare. Gli Stati Uniti sono di gran lunga il primo Paese buyer del vino made in Italy per un valore che, nel 2018, ha sfiorato 1,7 miliardi di euro”, hanno aggiunto i vertici di Veronafiere.

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