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NORMATIVA

Decreto accise: sarà l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli a dare il premesso di dealcolare il vino

Nello schema di decreto legislativo, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, anche la semplificazione per la vendita dei prodotti alcolici
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Dealcolazione vino e commercio alcolici, le novità del Decreto accise

Novità in arrivo per la filiera del vino, soprattutto sul fronte del delicato tema della dealcolazione, ma anche per la filiera più allargata degli alcolici, secondo quando previsto dallo “Schema di Decreto Legislativo recante revisione delle disposizioni in materia di accise”, approvato, ieri sera, dal Consiglio dei Ministri. In breve, si legge sul sito del Governo, in materia di vendita di prodotti alcolici, “si prevede un’importante semplificazione per gli esercizi di vendita al minuto di alcolici (per esempio, i bar) per i quali la denuncia all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm) sarà assorbita dalla (già prevista) comunicazione di avvio delle attività di vendita di prodotti alcolici assoggettati, da presentare allo Sportello unico per le attività produttive”.
Il rilascio della licenza “sarà richiesto solo per alcune tipologie di deposito di prodotti alcolici e solo al di sopra di prestabiliti volumi minimi”. Ma, probabilmente, quello a cui la filiera guarda con più attenzione, è il nuovo articolo “33-ter”, come riportato dall’Ageei, l’Agenzia di Stampa sull’Energia e le Infrastrutture, e che riguarda proprio il capitolo “Dealcolazione del vino”.
Secondo quanto previsto dal testo, al comma 1, si dice, che “l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli può autorizzare i soggetti produttori di vino, che operano in regime di deposito fiscale, ad effettuare trattamenti del vino finalizzati esclusivamente a ridurne il titolo alcolometrico. L’autorizzazione è concessa ricorrendo le condizioni stabilite nel decreto di cui al comma 4 e purché il quantitativo annuo di alcole etilico, che si ritiene possa essere ottenuto a seguito dei predetti trattamenti, sia non superiore a 50 ettolitri di alcole anidro”. Al comma 2, si specifica che “l’alcole etilico ottenuto a seguito delle lavorazioni di cui al comma 1 è sottoposto ad accisa”. Ancora, “nei depositi in cui il soggetto è autorizzato a effettuare i trattamenti di cui al comma 1, l’alcole etilico ottenuto a seguito dei medesimi trattamenti è raccolto in un recipiente collettore, sigillato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, posto in diretta e stabile comunicazione con gli impianti in cui avvengono i trattamenti; nei medesimi depositi sono predisposte idonee attrezzature per la determinazione dei quantitativi di vino destinati a subire i trattamenti di cui al comma 1 e per l’accertamento diretto dell’alcole etilico ottenuto”. Infine, il comma 4 prevede che “con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze sono stabilite le modalità attuative delle disposizioni di cui al presente articolo con particolare riguardo alle condizioni per il rilascio dell’autorizzazione ad effettuare i trattamenti di cui al comma 1 e alle modalità dei trattamenti e a quelle di contabilizzazione dell’alcole etilico ottenuto dal vino”.
Un tema delicato e dibattuto, quello della produzione di vino dealcolato, a cui la filiera del vino italiano guarda con attenzione, e che, al netto dei nuovi regolamenti sulle eventuali accise sull’alcol etilico, deve ancora essere regolato sotto diversi aspetti produttivi (come già avvenuto in molti Paesi europei, ndr). Tenendo conto anche che il decreto legislativo, come quello sulle accise, se approvato definitivamente entrerebbe in vigore così come è, senza il successivo passaggio parlamentare previsto, invece, di cui necessitano i decreti legge per essere convertiti in legge.
E, se così fosse il percorso, un comparto agricolo prima, ed industriale poi, nella sua fase di trasformazione della materia prima, come l’uva, per produrre davvero vino dealcolato, dovrebbe adattarsi ad una normativa che segue una logica fiscale, invece che avere un impianto normativo che prima stabilisce in maniera chiara e pragmatica le modalità e le regole produttive, e poi le tasse relative da pagare.

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