In vista del rinnovo del consiglio d’amministrazione della cantina siciliana Settesoli, in programma per il 18 dicembre, una notizia è già sicura: Diego Planeta non si ricandida alla presidenza e, dopo 38 anni, alla guida della cooperativa di Menfi lascia, per favorire il rinnovamento e il dinamismo aziendale. Una decisione semplice e al contempo inconsueta alle nostre latitudini, dove l’eterno e mancato ricambio generazionale sembra ormai rappresentare una regola più che ferrea.
Diego Planeta, 71 anni, è stato, senza fare inutili giri di parole, uno dei personaggi fondamentali dell’“assalto al cielo” dell’enologia siciliana, ovvero del suo successo nazionale e internazionale. Lo ha fatto dal timone di una cooperativa fondata nel 1958, ma che prima di lui non avevo di certo raggiunto i traguardi attuali. Stiamo parlando, infatti, di una delle realtà produttive associate più importanti del sud Italia che oggi può esibire numeri ragguardevoli: oltre 6.000 ettari di vigneto, oltre 2.500 soci, un fatturato di 45 milioni di euro e uno sviluppo commerciale che tocca i principali Paesi protagonisti del boom dell'export del vino tricolore.
Diego Planeta, però, non lascerà completamente la sua attività, o, per meglio dire, la sua passione. Come capita quando i figli si fanno grandi e il padre continua il suo “mandato” solo in modo più discreto, così l’ormai ex “deus ex machina” di Settesoli continuerà a impartire consigli e suggerimenti, occupando una posizione più defilata ma comunque accanto alla nuova dirigenza della cantina.
E, a proposito di nuova dirigenza, stando ai rumors raccolti da WineNews, il più probabile successore di Planeta sarebbe Vito Varvaro, già “Procter & Gamble”, attualmente nel cda di Tod’s e nel cda Settesoli, dove è stato uno dei più stretti collaboratori dell’ex presidente Planeta.
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