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“DOC E DOCG NON VERRANNO MENO, DISCIPLINARE RIGIDO E NORMATIVA SERIA LE CHIAVI DEL SUCCESSO DEL VINO ITALIANO NEL MONDO”. COSI’ IL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE PAOLO DE CASTRO, INTERVISTATO IERI A “DECANTER” DA WINENEWS

“Le denominazioni enologiche non sono a rischio: non solo non verranno meno Doc e Docg, ma Italia, Spagna, Francia e Portogallo lottano contro la banalizzazione dei prodotti, e quindi contro la messa in etichetta di vitigno e annata”: è il punto essenziale dell’intervista che ieri sera il Ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro, ha fatto a “Decanter”, la trasmissione in onda su Radio2, condotta da Federico Quaranta e Nicola Prudente, rispondendo anche a domande di WineNews.

Il ministro De Castro, interrogato sempre in tema di Ocm, da mesi uno dei temi clou nei lavori del titolare del dicastero e del Parlamento Europeo, ha affermato, inoltre, che “i Paesi del Nord-Europa, infatti, spingerebbero per un allargamento del “concetto” di vino, ma l’Italia resta ferma sulla sua posizione: non si può chiamare vino niente che non sia letteralmente succo d’uva”.

“Nel nostro Paese siamo sempre stati molto rigidi sulle normative: basti pensare - ha detto ancora De Castro a “Decanter”, sempre rispondendo a domande di WineNews - al divieto dello zucchero, pratica tra l’altro usata non solo in tutti i paesi del Nord-Europa, ma persino nella Francia settentrionale. Solo tre paesi sono uniti contro queste norme e sono paesi del bacino mediterraneo, con una tradizione e una cultura radicate nel dna. Un rigido disciplinare e una normativa seria sono la garanzia di qualità che ci permettono di esportare il nostro vino in tutto il mondo”.

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