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Dopo l’olio dalla Tunisia i pomodori dal Marocco: a gennaio import raddoppiato in Europa sullo stesso mese 2014, e per Coldiretti, che chiede l’intervento della Commissione Europea, è un attacco ai prodotti base della dieta mediterranea made in Italy

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Dopo l’olio dalla Tunisia, i pomodori dal Marocco e così, per Coldiretti, i prodotti base della dieta mediterranea made in Italy finiscono sotto attacco. I numeri diffusi dall’associazione degli esportatori spagnoli Fepex, infatti, parlano di un import di pomodoro dal Marocco in Europa raddoppiato a gennaio sullo stesso mese del 2015, superando i contingenti di importazione fissati dall’accordo tra Unione Europea e Marocco. L’accordo con il Marocco, sottolinea la Coldiretti, è fortemente contestato dai produttori agricoli perché nel paese africano è permesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute che sono vietati in Europa ma anche perché le coltivazioni sono realizzate in condizioni di dumping sociale per il basso costo della manodopera.
Tra l’altro, recentemente la Corte di Giustizia Europea ha deciso l’annullamento dell’accordo commerciale Ue-Marocco, che “danneggia il territorio del Sahara occidentale, dove abita il popolo saharawi”. Coldiretti, quindi, chiede che la Commissione attivi urgentemente le clausole di salvaguardia previste dall’accordo, vista la grave perturbazione di mercato creata dall’eccessivo aumento delle importazioni, che rischia di mettere in ginocchio territori, soprattutto in Sicilia e Puglia.
L’Italia produce oltre un milione di tonnellate di pomodoro da mensa in pieno campo ed in serra, con la Sicilia leader di settore, ma con le importazioni è aumentato il rischio di frodi, con il pomodoro marocchino venduto come italiano, e le quotazioni al produttore agricolo sono crollate del 43,7% nella prima settimana di gennaio su livelli insostenibili secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea sullo stesso periodo dello scorso anno.

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