Dopo Lugana e Amarone, una altro grande territorio, specie da un punto di ettari vitati e bottiglie prodotte, quello della Doc delle Venezie, ha deciso lo stop all’iscrizione di nuovi impianti di Pinot Grigio fino al 31 luglio 2022. Una richiesta, che conferma l’esigenza, per tenere alta la qualità, di frenare la spinta alla crescita quantitativa, avanzata dal Consorzio in accordo con le organizzazioni di categoria a cui aderiscono anche gli operatori della filiera vitivinicola della Doc delle Venezie, che è stata accolta dalle tre Amministrazioni pubbliche competenti nell’areale di produzione della denominazione (Provincia autonoma di Trento, Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e Regione Veneto) con propri provvedimenti, adottati di concerto con univoci criteri tecnico-amministrativi così come previsto dal disciplinare. Ormai vicina alla sua terza vendemmia, con un potenziale produttivo di circa 1,6 milioni di ettolitri, l’area della Doc delle Venezie oggi conta una superficie vitata di 26.000 ettari, destinata ad arrivare a 30.000 ettari considerando i vigneti già impiantati e prossimi ad entrare in produzione e, pertanto, esclusi dal blocco.
“La richiesta di sospendere per il prossimo triennio nuove rivendiche di impianti a Pinot grigio delle Venezie - commenta Albino Armani, presidente del Consorzio - nasce dall’esigenza di governare una crescita della denominazione che ha registrato tra i più alti tassi di sviluppo viticolo del nostro paese negli ultimi anni. Insieme alla filiera abbiamo voluto attivare un processo virtuoso che, affiancando le iniziative di informazione e promozione a sostegno della valorizzazione della denominazione, ha lo scopo di gestire la crescita dell’offerta in relazione all’evolversi della domanda mondiale di Pinot grigio che trova la sua zona di vocazione nel Triveneto. Misura di governo utile per gestire la contingenza, lo voglio sottolineare - conclude Albino Armani - rimane per noi un elemento tattico, perché il nostro impegno strategico è orientato su altre direzioni tese a costruire dinamiche strutturali di valore del prodotto”.
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