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DUE DOP E UNA IGP: SONO I NUOVI PRODOTTI “MADE IN ITALY” CHE FANNO IL LORO INGRESSO NEL PANORAMA DEI PRODOTTI A DENOMINAZIONE EUROPEA. SONO LA MELANZANA ROSSA (BASILICATA), IL FARRO DI MONTELEONE (UMBRIA) E LA PESCA DI LEONFORTE (SICILIA)

Sono tre le new entry italiane del “gotha” dell’eccellenza agroalimentare a denominazione europea, per la precisione due Dop e un Igp, che portano il numero complessivo dei prodotti italiani tutelati dai marchi europei a 209, e che Bruxelles ha iscritto nel Registro europeo delle Denominazioni d’origine e Indicazioni geografiche protette.
La prima è la “Melanzana Rossa di Rotonda”, specialità tipica della provincia di Potenza (Basilicata) che da oggi si può fregiare del marchio Dop, la cui zona di produzione e di condizionamento comprende, i territori dei comuni di Rotonda, Viggianello, Castelluccio Superiore, Castelluccio Inferiore.
Il “Farro di Monteleone di Spoleto” (Umbria), primo farro Dop in Europa, prodotto tradizionale della Valnerina, ma la cui area di coltivazione si estende anche nei comuni di Monteleone di Spoleto e Poggiodomo e parte dei comuni di Cascia, Sant’Anatolia di Narco, Vallo di Nera e Scheggino.
La “Pesca di Leonforte”, fresca del marchio Igp, prodotta in provincia di Enna (Sicilia), e che si distingue per una caratteristica di coltivazione: la pesca viene avvolta, 12-15 giorni prima della maturazione, con carta pergamena, evitandone così il contatto con gli antiparassitari. La zona di produzione interessa i comuni di Leonforte, Enna, Calascibetta, Assoro ed Agira.

Focus - Ecco la Dop della Melanzana Rossa di Rotonda e del Farro di Monteleone di Spoleto e il riconoscimento Igp della Pesca di Leonforte
Il Farro di Monteleone di Spoleto si produce nell’area montana dell’area sud-est della provincia di Perugia e comprende i comuni di Monteleone di Spoleto e Poggiodomo e parte dei comuni di Cascia, Sant’Anatolia di Narco, Vallo di Nera e Scheggino, di altitudine maggiore o uguale a 700 metri usl livello del mare.
La caratteristica che rende unico il Farro di Monteleone di Spoleto è la cariosside di colore marrone ambrato che alla frattura si presenta vitrea e compatta con residui farinosi. La spiga piatta, corta, affusolata, con ariste non troppo lunghe e leggermente divaricate completa il quadro caratteristico di questo prodotto, che fin dal XVI secolo veniva largamente coltivato a Monteleone di Spoleto. Queste particolari caratteristiche fisiche ed organolettiche della Dop derivano direttamente dai terreni calcarei sassosi posizionati sopra i 700 metri sul livello del mare che impediscono proprio per la loro posizione scoscesa il ristagno dell’acqua nelle stagioni umide, nonché nel tempo dall’abilità dell’uomo nelle tecniche di lavorazione dei terreni, nella scelta dei tempi giusti di semina e di raccolta, abilità tramandata da padre in figlio e che ha consentito di migliorare ed aumentare sempre di più la produzione di questo cereale dalle grandi proprietà energetiche e rinfrescanti.
La Pesca di Leonforte si coltiva in alcuni comuni della provincia di Enna e da circa un ventennio muove un indotto economico notevole non solo nel comprensorio di produzione, ma anche nel territorio dei comuni vicini. Le peculiarità della Pesca di Leonforte sono la durezza, la tardiva maturazione e la pratica dell’insacchettamento dei frutti sulla pianta. La Pesca di Leonforte è il prodotto della coltivazione di due ecotipi locali di pesca, Bianco di Leonforte e Giallone di Leonforte. La forma dei frutti è globosa a valve asimmetriche per entrambi gli ecotipi. Per l’ecotipo Bianco di Leonforte la polpa si presenta di colore bianco e la buccia di colore bianco con striature rosse non sempre evidenti; l’ecotipo Giallone di Leonforte si caratterizza per la polpa di colore giallo e per la buccia di colore giallo con striature rosse non sempre evidenti. Le origini della Pesca di Leonforte sono ignote, ma le varietà attualmente presenti sono frutto di una selezione genetica operata per secoli. In passato, le produzioni erano destinate quasi esclusivamente all’autoconsumo; esse provenivano da piante sparse negli orti familiari e negli agrumeti presenti nelle oasi irrigue del comprensorio della Igp. Soltanto a partire dagli anni ’70 si è affermata una peschicoltura specializzata che ha portato ad un consistente incremento delle superfici investite a pesco e delle produzioni con conseguente ampliamento del mercato e della commercializzazione. La diffusione della peschicoltura nel comprensorio ha portato anche sostanziali cambiamenti nella mentalità imprenditoriale degli operatori agricoli e nell’esecuzione delle pratiche agronomiche. Il peschicoltore, così, è diventato il manager delle proprie produzioni, imparando a promuovere, valorizzare e collocare nei mercati un prodotto unico. La vendita delle pesche ha, infatti, assicurato un reddito tale da migliorare le condizioni di vita degli operatori della zona.
La Melanzana Rossa di Rotonda, coltivata in alcuni comuni in provincia di Potenza, ha come caratteristica un basso contenuto di acido cloro genico responsabile dell’imbrunimento della bacca, nonché la forma tonda simile al pomodoro ed il tipico colore arancione con la presenza di venature brunastre/verdastre sulla bacca che la differenziano in maniera evidente da tutte le altre.
Sin dagli inizi del Ventesimo secolo la Melanzana è stata utilizzata nella preparazione di molti piatti della cucina locale. L’appuntamento annuale della “Sagra della Melanzana Rossa di Rotonda” continua a richiamare migliaia di persone a Rotonda e testimonia la continua affermazione del prodotto nel mondo della ristorazione tipica sia a livello locale e extraregionale.
La coltivazione della Igp è stata accertata in Italia esclusivamente nella zona geografica delimitata sin dagli anni ’40. Il suo adattamento alle condizioni climatiche della zona ne ha favorito la sua diffusione tanto da interagire con il territorio. Responsabili di tale unicità sono il particolare microclima (sostanzialmente dolce con piogge abbondanti nel periodo che va da ottobre a maggio) e l’ambiente naturale di coltivazione ubicato nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, caratterizzato da terreni di origine alluvionale, sabbiosi e limo argillosi, freschi, profondi e fertili con una buona ritenzione idrica.

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